venerdì 28 gennaio 2011

La memoria è sempre, chi ha memoria ha giudizio!


Vagando per la rete, fra i tanti messaggi, link, foto e cose varie riguardanti il giorno della memoria ci si imbatte anche in una citazione (di Z. S.G.) che ha fatto più onore ai caduti dell’olocausto di quanto faccia chi se ne ricorda una volta all’anno : “Io oggi NON HO e non VOGLIO AVERE NESSUNA MEMORIA, perché la MEMORIA l'Ho SEMPRE e non solo nelle date, nelle celebrazioni, nelle ricorrenze nelle CONVENIENZE!! La Memoria la porti dentro, indelebile, ogni giorno, non affiora solo OCCASIONALMENTE, per finto buonismo e pseudo sentimentalismo!” 
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Già…! perché oggi ricordare l’olocausto è diventato quasi un modo per sbandierare il proprio disappunto per qualcosa che non ne avrebbe nemmeno bisogno, tanta è stata l’atrocità. Ma tutti si rimpettiscono il 27 gennaio di ogni anno per poi sgonfiarsi il giorno dopo.
Ma che memoria è se ce ne dimentichiamo nella quotidianità e non onoriamo chi ci ha preceduto? Perché non ricordare sempre Auschwitz piuttosto che Dakau? Quanta vita è passata da allora? ma se si va in quei campi si respira ancora marte, tutti i giorni come quelli maledetti di 66 anni fa, tutti i giorni si sente ancora la paura strisciare per quei posti.
Ma noi siamo bravi a ricordarcene solo una volta all’anno per fare la nostra buona azione quotidiana e poi dimentichiamo magari che nel 2011 a Firenze un neonato muore di freddo sotto i portici, che ad Haiti si muore di colera e in africa la fossa comune è diventato uno status simbolo. La Shoà non è mai finita! Quale preghiera rimane, quale forza nel cuore, quali parole ancora se non lamenti. Insieme e in fondo soli, senza più ricordi, ombra della propria ombra di notte e col sole. La Shoà era ieri, è oggi, è sempre!
Oggi la paura è quella di perdere le certezze nell'abitudine e nella quotidianità; in un mondo senza valori, senza amore e senza sogni. Paura di vivere senza vivere realmente, di non saper ascoltare chi ne ha bisogno. Paura di non esserci quando l’anima bussa e di usare il cuore come un muscolo senza sentimento. Paura di amare senza amare, di non saper dire quando serve “Ti voglio bene”. Ma tanto noi onoriamo la memoria il 27 gennaio.. ma dimentichiamo puntualmente che lo stesso giorno del 1945 la stessa paura, che oggi si va mendicando, rendeva di fuoco l'aria, di sangue le lacrime e di ghiaccio il sudore.
Un certo Robert Schindler Senior diceva “Ciò che dà qualità e valore alla vita è l'amore. Amare ed essere amati è ciò che dà valore alla vita. L'amore è l'arbitro ultimo della vita. Dove c'è amore, c'è speranza”. Ma ora più che mai le parole che il cuore cerca per scaricare la sua angoscia non sono nell'aria comune ma vivono tra i sogni, le parole che la mente cerca per allontanare la sua angoscia non sono sulla bocca di tutti ma tra le sponde delle lacrime. Le parole che la mano scrive sono parole forse comuni ma che per un attimo placano l'assenza della giusta memoria e del giusto onore che spetterebbe a chi è morto a pochi passi dalla morte stessa. A chi è morto con le ginocchia a terra, con gli occhi a cercare la fuga non dalle mura ma dagli altri sguardi, sbarrati nell'orrore dell'addio alla vita.
Oggi ricordiamo una Shoà che abbiamo dimenticato fra gli sfarzi di una vita che pensa a come riempire il nostro vuoto senza preoccuparsi della sua causa. Vuoto che trovavarono, mano nella mano col silenzio nelle parole e il lamento nel cuore, coloro che sotto quelle docce assassine si bagnavano di morte.
Ma noi oggi onoriamo la memoria ricordando al mondo qualcosa che il mondo vorrebbe dimenticare. Perché il mondo ha dimenticato come si muore insieme, spalla a spalla, corpo contro corpo. Il mondo sembra non voglia più dare il giusto valore a quei corpi nudi nel freddo e vuoti, già morti nella vita, già nella vita oltre la morte. Oggi il mondo piange i suoi figli con il volto coperto da una bandiera ma dimentica tutto ciò. Oggi il mondo piange e produce guerra. Oggi il mondo ricorda la Shoà e incrementa nuovi olocausti.
E si dimentica che in realtà tutto rimane, le braccia marchiate, le vite segnate, le lacrime, i ricordi a torturare l'anima di chi ce l'ha fatta e il ricordo di chi non è tornato e mai più tornerà. Come la neve ricoperta di quelle polveri bruciate uscite fuori dalla fiamma di un forno legando il dolore e le fiamme alla vita e alla morte.
E allora dovremmo imparare tutti che la vita ha mille mani ma una sola memoria. La vita ha mille occhi ma un solo giudizio; La vita ha mille figli ma un solo cuore; La vita non dimentica ha memoria e giudizio su ogni cuore. Dovremmo imparare che la speranza è quella virtù che ci accompagna tutta la vita, ci illumina quando tutto è buio, accende un sorriso quando ormai sorridere sembra impossibile, ci conforta nei momenti disperati, e ci dà la forza di vivere quando vivere sembra non avere senso, ci fa credere in un domani migliore, dando un senso a tutto quello che c'è stato.
Chiunque salvi una vita salva il mondo intero (Robert Schindler Senior)

"Realizzate i Vostri Sogni d'Infanzia". Randy Pausch e l’ultima lezione


Randolph Frederick Pausch, nasce a Baltimora il 23 ottobre del 1960 e fino a 46 anni era un semplice professore di informatica nell’università di Pittsburgh in Pennsylvania. Poi nel settembre 2006, a soli 46 anni, gli viene diagnosticato un tumore al pancreas, la sua vita cambia e la morte lo accompagnerà nella leggenda.
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Quando Randy viene a conoscenza del suo brutto male decide che è arrivato il momento di iniziare quella, seppur breve, seconda vita che gli servirà per donare al mondo intero “L’ultima Lezione”, un opera che riecheggerà per sempre nei cuori di tutti.
Randy ha tenuto la sua ultima lezione pubblica, la "Last Lecture" intitolata "Realizzate i Vostri Sogni d'Infanzia", presso la Carnegie Mellon University il 18 settembre 2007, sulla base di una precisa domanda: "quale massima provereste a comunicare al mondo se sapeste di avere un'ultima possibilità di farlo?" la risposta è stata ironica e vera: “Sto per morire e mi sto divertendo. E continuerò a divertirmi ogni giorno che ancora mi resta da vivere. Perché non c’è un altro modo per farlo”
Pausch sosteneva che non è possibile cambiare le carte che ci sono state date, possiamo solo giocare la mano. Vivere come se fosse l’ultimo giorno ma lasciare il segno che qualcosa di buono lo hai fatto sfruttando al massimo quello che avevi perché "l’esperienza è ciò che ottieni quando non sei riuscito a ottenere ciò che volevi".
E giù di lì! La lezione di Randy è stata una lezione di vita, ricorda i suoi genitori e l’importanza del loro amore raccontando di quando si lamentava con la madre: "Mi lamentavo con mia madre di quanto fosse difficile quell'esame all'università, e di quanto fosse spaventoso. Lei si inclinò verso di me, mi diede un buffetto sulle spalle e mi disse: «Sappiamo bene come ti senti, tesoro, ma ricorda, tuo padre alla tua età combatteva contro i tedeschi»". E allora capisci che "ogni ostacolo, ogni muro di mattoni, è lì per un motivo preciso. Non è lì per escluderci da qualcosa, ma per offrirci la possibilità di dimostrare in che misura ci teniamo. I muri di mattoni sono lì per fermare le persone che non hanno abbastanza voglia di superarlo. Sono lì per fermare gli altri".
Con la voglia di vivere e la morte nel cuore Randy insegna a tutti noi che non è mai troppo tardi per sistemare le cose "Quando sbagli chiedi scusa! Una buona scusa è formata da tre parti: "Mi dispiace"; "Era colpa mia", "Cosa posso fare per rimediare"? La maggior parte della gente salta la terza parte; è da questo che puoi capire chi è sincero" e soprattutto "quando fai qualcosa di sbagliato e nessuno si prende la briga di dirtelo, significa che è meglio cambiare aria. Chi ti critica lo fa perché ti ama e ti ha a cuore".
Quando si pensa che crescendo tutto si complica basta guardare negli occhi un bambino e la sua voglia di stupirsi e capisci che “è quella a spingerci ad andare avanti, ad aiutare gli altri"; gli altri che fanno parte della nostra vita perché "non si può arrivare in cima da soli. Qualcuno deve aiutarti.. si riceve sempre ciò che si è dato".
E allora impari a non lamentarti e a lavorare più duramente scoprendo che “l’oro migliore è quello che giace in fondo ai barili di merda". “Se vivrete nel modo giusto i sogni verranno da sé". E Allora impari che la fortuna ce la creiamo da soli perché chi più sa più vale, "la fortuna è quel momento in cui la preparazione incontra l’opportunità". E allora impari a dare più tempo alla gente che ti circonda anche “quando si è davvero stufi marci o arrabbiati con qualcuno; significa solo che non si è concesso loro abbastanza tempo, dategliene e vedrete che quasi sempre vi stupiranno."
Randy si è spento all'alba del 25 luglio 2008 lasciando ai posteri una grande lezione di vita. Il suo libro è stato tradotto in ben 35 lingue e la sua morte lo ha reso vivo in eterno. Ciao Giò…

lunedì 24 gennaio 2011

Ciao Giò....

Non è un buon momento per scrivere perché quando il dolore ti riempie il cuore è difficile anche pensare a cosa sia veramente giusto nella vita. Non c'è una ragione e si rischia di impazzire! Allora si va alla ricerca di quel Dio che dice di amarci per chiedere perchè! Perchè spezzare una vita nel pieno della sua giovinezza? Perchè tanta sofferenza, perchè proprio Lei. Il suo sorriso, la sua forza, la sua capacità di dispensare vita nonostante tutto.
Oh Dio ti prego rispondi, fa che queste lacrime abbiano un senso... il mio grido nell'anima è muto, vuole perdersi, ma non si sa contenere, scende una lacrima, quella rabbia di non poter far niente, pezzi di cuore ormai andati, distrutti e seppelliti insieme ai ricordi, di un'intera vita.
Questo Dolore è arrivato  senza chiedere il permesso Giò, impossessandosi dell'anima, tutto si è oscurato intorno, catturando tutti i tuoi momenti felici... avvolgendoli intorno a sé... Il dolore... un mondo che non riusciremo mai a capire... Eppure Tu ne hai tratto la parte migliore insegnandoci che esso non è Il dolore di una caduta, una sconfitta, un taglio, una ferita, uno sogno finito, uno schiaffo, un'umiliazione. Ci hai insegnato che esso è un amore finito, una partenza, un amico che se ne va, che non tornerà più.
Oh Signore dov'eri? quando i suoi occhi imploravano pietà, quando ogni lacrima gridava aiuto e chiedeva speranza? Non comprendo il tuo disegno quale sia il premio per un dolore così grande. Non ne comprendo il senso. Ci provo, lo cerco ma non c'è. A volte fra i colori dell'arcobaleno ti vedo, quasi ti sento. Ma in quell'immenso dolore, in quelle volte che la vita ci violenta, ci strappa l'anima e ci schianta portandosi via la parte migliore di noi... Io mi chiedo se ci sei e dove stai... e perché tu che puoi non fermi questo strazio. Non trovo risposta, non comprendo, non posso e non voglio. Per fare un "Angelo" troppe lacrime vengono versate!
Se potessi volerei da te Giò per trasformare ogni tua lacrima di tristezza in una lacrima di gioia. Ti regalerei un sorriso per ogni attimo della tua vita e per tutti quelli che ci hai donato; per poi volare via in silenzio come sono arrivato, lasciando dietro di me il profumo di un dolcissimo ricordo.
Invece no... siamo costretti al ricordo di quel magnifico sorriso, siamo costretti ad aspettare che questo dolore si trasformi nuovamente in dolce malinconia.
Vola in alto Giò, lontano, oltre le bianche nubi, oltre i pensieri profondi, oltre i ricordi. Lasciati trasportare laddove puoi toccare e abbracciare finalmente tutti i sogni tuoi. Vola alta nel cielo laddove le stelle sembrano diamanti e dove luci celesti possono donare pace al cuore . Vola alta Giò, dove i sogni diventano realtà, dove la gioia e la pace entrano nel cuore, dove i sorrisi è facile donare. Vola alta nel cielo ancor più su laddove gli angeli ti possono ascoltare. Tra le Sue ali Lui t'avvolgerà con tutto quell'amore che solo Lui può dare. perchè il nostro è ormai con te e qui ora è solo rabbia.
Cara Giò la tua voce risuona e corre via nell'aria, è un canto di un angelo volato via. Dispiace che sia finita così, c'era ancora molto da fare, molto da vivere ma ora le parole mi muoiono dentro. I sogni si sono spenti alla luce del giorno. Così ora l'anima vaga nel buio, laddove si è spenta la tua luce. Sono dispiaciuto così malamente, proprio ora che sembrava tutto risolto, non mi resta che inchinarmi rammaricato. Ti penserò a lungo facendo finta che sia tutto a posto, ma dietro ogni parola di ricordo si nasconderà sempre la semplice storia di una ragazza straordinaria. Così, scosso da un brivido mi volto e ti dico addio...
Ho imparato a mentire, tessere trame di vite fasulle, cucire ragnatele di fragili scuse. Spesso lo richiede la vita per sopravvivere. Ma ho avuto buoni maestri, insegnanti di un tempo strappato, capaci solo di respirarti l'anima, incapaci di sciogliere quel vuoto denso che ho dentro. Ed ogni volta che se ne vanno lasciano un cuore da rammendare, una vita cambiata in pianto che abita un mondo cieco. Chissà se è possibile cogliere un fiore il giorno dopo il dolore. Io non lo so ancora non ci sono mai riuscito. E allora ti fermi nel silenzio della notte, sfidi il freddo che ti prende a botte, per leggere le scritte su quel muro che non c'era prima, era un cuore puro. Ti fermi nella notte ad ascoltare un pensiero non facile da capire, rifletti e calcoli che dire e capisci che forse è meglio tacere. Ti fermi nella notte cullato da domande, cerchi le risposte, te ne vengono in mente tante, le prendi sottobraccio, ma neppure questo serve.... e così ti fermi nella notte ad ammirare le stelle, lo sguardo lontano dal cuore, ti chiedi cosa sei, ti chiedi dove vai, se è giusto o sbagliato. Ti fermi nella notte aspettando il giorno, infreddolito da un sogno che è svanito di colpo, lavi il tuo viso e il sangue è più amaro, e ti rendi conto che non puoi far più nulla, lei è già lontana...
Nel nostro dolore, condividiamo tutti lo stesso sapore; non sappiamo quando, come, perché... e ti rendi davvero conto di quello che hai, solo se lo perdi!
Grazie Giò per quello che ci hai insegnato..... Ama con tutta l'anima, bacia con gli occhi e odia il passato che ti ha rubato il presente felice! 

sabato 8 gennaio 2011

Un secondo di vita.... felicità

Accade tutto in quel momento, unico, quando tutto si blocca e intravedi uno strappo nel tempo che ti regala un secondo di vita. La felicità è quello che non hai, sono i rimpianti e i ricordi a cui ti leghi nella sera o di notte. La felicità è dentro di noi come il sangue nelle vene, non possiamo farne a meno! Cercala e la troverai magari nel silenzio della tua solitudine, quando ogni parola è di troppo, la vivrai dentro di te alzando il tuo sguardo al cielo, osservando le nuvole, seduto ai piedi di una quercia secolare, o sulla spiaggia cullata dal rumore delle onde! La troverai... spera! e scorrerà nelle tue vene, senza abbandonarti mai! Lungo viali di puro e limpido cristallo la vita trascorre e si evolve. Durante il cammino si raccolgono i pensieri e si condividono. Si condividono con i sogni che nascono, specchiandosi nelle trasparenze che si immaginano, e le realtà che si trovano, guardando freddamente dritti davanti a se. Il segreto della felicità è camminare lungo questi viali senza farsi accecare dei riflessi dell'immaginazione né opprimere dalla freddezza delle realtà! Quando meno te lo aspetti eccola bussare delicatamente alla porta, inaspettatamente intrisa di luce e profumi che circonderanno d'improvviso i tuoi sensi inebriandoti di emozioni... lampi di luci! Ne ascolti il veloce fremito che come scossa fugace ti attraversa dentro... Non ti soffermare oltre, nell'istante trascorso è volata via. E di lei, come sempre, resta solo un lontano sapore.
Allora capisci che sono le cose dei giorni semplici quelle vere a fare vita, sono gli arrivi esultanti e le partenze senza addii, sono pensieri vivi e freschi a far ridere, sono le idee dei bambini, le smorfie, i sorrisini a riprendere noi grandi.... e scopriamo forse che la gioia è cosa buffa; prende il cuore inaspettata e dell'età non sa che farsene. Il mistero della vita è sorpresa da gustare! La felicità è svegliarsi al mattino e ringraziare Gesù che ci ha regalato un giorno in più, è poter vedere il sole che è quello che riscalda il nostro cuore, è poter sentire il canto del mare, è poter vedere tuo figlio correre e giocare. Felicità è avere qualcuno da poter amare, è farsi abbracciare.
Ricordo! vivo attimi che pensavo fossero svaniti! e invece tornano a farmi compagnia e a donarmi quel piccolo sorriso sul volto... come se qualche angelo da là su mandasse dei promemoria per non farci mai dimenticare che se siamo dove siamo è perchè la felicità ci ha insegnato a sperare e come un onda ci ha spinto sempre un po' più in là fino a farci raggiungere quei piccoli sogni di gioia. Allora ti viene voglia di passeggiare lungo una spiaggia al tramonto, sederti ad ascoltare il silenzio delle onde.... e allora ti viene voglia di riscoprire quanto è bello vivere sfiorando le nuvole, sognando il mondo che vorresti.... un abbraccio, un sorriso, una carezza.... ti viene voglia di guardare l'orizzonte, vedere il sole calare e poi risorgere! Ti viene voglia di tendere la mano! ascoltare, parlare e sorridere..... 

mercoledì 5 gennaio 2011

Nathalie - In punta di piedi

L’amore con te è come camminare in punta di piedi, senza potermi fermare ma sento il tuo calore forte negli angoli bui delle mie stanze gelate, appesa al tuo respiro mi vedo cadere per poi tornare e sentirmi felice ♥