sabato 25 giugno 2011

L'Aquilone


Non sono per le cose che finiscono
non compatisco quelle che non durano
non sono per le cose che ti lasciano
all‘ improvviso “solo”
non amo questo mondo che si muove
e che ogni giorno sembra anche migliore
non amo tutta questa frenesia
di cambiare

Lo sai che si potrebbe stare per dei mesi
appesi ad un aquilone
guardando il cielo che si muove
ed il sole che muore
lo sai che non succederebbe niente
se anche non si sapesse un accidente
di quello che succede "in qualche posto"
dall'altra parte del mondo o dell'universo
o dell'universo

Ci sono delle cose che succedono
ci sono tante cose che non tornano
ci sono delle cose che non "possono"
eppure "sono"
ci sono delle cose bellissime
che durano lo spazio di un secondo
e poi tutta la vita dura un secolo
..se sei fortunato!?

Lo sai che si potrebbe stare sempre
appesi a quell'aquilone
guardando il mondo che si muove
e la sera che muore
lo sai che si potrebbe fare senza
anche di tutta questa scienza
che ci fa stare così bene
e chi la ferma più questa "benedizione"

questa
questa
questa "Rivoluzione"

Lo sai che si potrebbe stare sempre
appesi a quell'aquilone
guardando il mondo che si muove
e la sera che muore
lo sai che si potrebbe fare senza
anche di tutta questa scienza
che ci fa stare così bene
e chi la ferma più questa benedizione

Questa
questa
questa Rivoluzione

Vado al massimo
vado in Messico
vado a gonfie vele

Vado al massimo
vado in Messico

Questa
questa
questa Rivoluzione

Questa
questa
questa Rivoluzione 

(Vasco Rossi)

mercoledì 15 giugno 2011

Vivere o Niente


Rivelerò
Cose che nessuno sa di me
E lo farò
Solo perché tu non sai com’è


Brividi
Sento quando guardo
I lividi
Che han lasciato segni dentro

Io non ho voglia più di fare finta che...
Che vada tutto bene solo perché “è”


Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male

Vivere o niente
In fondo poi nemmeno sai perché
Solo ti muovi
Dentro questo spazio tempo e...

Lividi
Vedi i tuoi ricordi
Brividi
Quando senti che sono già morti

Io non ho voglia più di fare finta che...
Che vada tutto bene solo perché “è”


Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male

Io non ho voglia più di fare finta che...
Che vada tutto bene solo perché “è”


Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male 

(Vasco Rossi)

venerdì 3 giugno 2011

Mi fa male il mondo (Giorgio Gaber)



Mi fa male... essere lasciato da una donna... non sempre. 
Mi fa male l'amico che mi spiega perché mi ha lasciato. 
Mi fanno male quelli che credono di essere il centro del mondo e non sanno che il centro del mondo sono io. 
Mi fa male... quando mi guardo allo specchio. 
Mi fa male anche quando mi dicono che mia figlia mi assomiglia molto fisicamente. Mi fa male per lei. 
Mi fanno male quelli che sanno tutto... e prima o poi te lo dicono. 
Mi fanno male gli uomini esageratamente educati, formali, distaccati. Ma mi fanno più male quelli che per essere autentici ti ruttano in faccia. 
Mi fa male essere così delicato, e non solo di salute. 
Mi fa male più che altro il fatto che basta che mi faccia male un dente... che non mi fa più male il mondo. 
Mi fanno male gli architetti, gli avvocati, i commercialisti! 
Mi fa male l'IVA, le trattenute, il 740, mamma mia come mi fa male il 740! 
Mi fanno male le marche da bollo, gli sportelli, gli uffici, le code. Mi fa male quando perdo la patente e gli amici mi dicono 'condoglianze'. E i funzionari... sì, quando vai lì e non alzano nemmeno la testa. E poi quando la alzano s'incazzano, certo, perché gli fai perdere tempo. Ti trattano male, giustamente, siamo noi che sbagliamo, perché l'ufficio è sempre un altro, un altro ancora, e poi le segretarie, i vicedirettori, i direttori, i direttori generali... 
Mi fa male l'apparato, la sua mentalità, la sua arroganza, la sua idiozia! 
Come sono delicato! 
Mi fa male il futuro dell'Italia, dell'Europa, del mondo. 
Mi fa male l'immanente destino del pianeta Terra minacciato dal grande buco nell'ozono, 
dall'effetto serra, e da tutte quelle tragedie che a dir la verità... però... al 
momento... poi... non mi fanno mica tanto male. 
Mi fanno male gli spot. 
Non mi fa male la pubblicità in sé. 
Mi fanno male, Dio bono, i culi nudi, le tette, le cosce, e tutti quei figoni sprecati per il Campari Soda. 
Mi fanno male i fax, i telefonini, i computers, e la realtà virtuale... anche se non so cos'è. 
Mi fa male l'ignoranza, sia quella di andata che quella di ritorno. 
Mi fa male la carta stampata, gli editori... tutti. 
Mi fa male che qualsiasi deficiente scriva un libro. E poi firma la copertina, e poi entra in classifica: I', 2', 3'... Borges 37°! 
Mi fanno male le edicole. I giornali, le riviste coi loro inserti: un regalino, un opuscolo, una cassetta, un gioco di società, un cappuccino e una brioches. 
Mi fanno male quelli che comprano tutti i giornali. 
Non mi fa male la libertà di stampa. Mi fa male la stampa. 
Mi fa male che qualcuno creda ancora che i giornalisti si occupino di informare la gente. 
I giornalisti, che vergogna! "L'etica professionale", "il sacrosanto diritto all'informazione ". Cosa mettiamo oggi in prima pagina. Ma sì, i morti della Bosnia. è un po' che non ne parla nessuno! Tutto, tutto così, mica scelgono le notizie più importanti, no, quelle che funzionano, che rendono di più... Certo, per le loro carriere, per i loro meschini tornaconto, i loro padroni, padroncini... Mi fanno male le loro facce presuntuose e spudorate. Mi fa male che possano scrivere liberamente e indisturbati tutte le stronzate che vogliono! E’ questa libertà di stampa che mi fa vomitare. 
Come sono delicato! 
Mi fa male chi crede che ci sia ancora qualcuno che pensa agli altri. 
Mi fanno male quelli che dicono che gli uomini sono tutti uguali. 
Mi fanno male anche quelli che dicono che il pesce più grosso mangia quello più piccolo. 
Mi farebbe bene metterli nella vaschetta delle balene. 
Mi fa male la grande industria, la media industria mi fa malino, la piccola non mi fa niente. 
Mi fa male non capire perché, a parità di industriali stramiliardari, un operaio tedesco guadagna 2.800.000 al mese ed uno italiano 1.400.000. Ma per l'altro 1.400.000 dov'è che va a finire? 
Mi fanno male i ladri, sia quelli privati che quelli di Stato. Mi fa bene quando li prendono, li arrestano, quando viene fuori tutto quello che sapevamo. Dopo un po' però mi annoio. 
Mi fa male che l'Italia, cioè noi, cioè io abbiamo due milioni di miliardi di debito. 
Questo lo sappiamo tutti. Lo sentiamo ripetere continuamente. Sta cambiando la nostra vita per questo debito che abbiamo. 
Ma con chi ce l'abbiamo? A chi li dobbiamo questi soldi? 
Questo non si sa. Questo non ce lo dicono. Perché se li dobbiamo a qualcuno che non conta... va bé, gli abbiamo tirato un pacco ed è finita lì. Ma se li dobbiamo a qualcuno che conta... due milioni di miliardi! Prepariamoci a pagare in natura. 
Mi fa male accendere la televisione. Mi fa male stare lì davanti, e non riuscire a spegnerla, vedere fino a che punto... non c'è fondo, non c'è fondo! La gente che telefona, gli sponsor, i giochini demenziali, i presentatori che ridono. E poi le dentiere, gli assorbenti, preservativi, i Gabibbi, gli spiritosi, gli imbecilli, tutti 
belli spigliati, spregiudicati, completamente a loro agio... che si infilano le dita negli orecchi e si grattano i coglìoni. Sì, mi fanno male tutti questi geniali opinionisti... che litigano, si insultano, gridano, sempre più trasgressivi... questi coraggiosi leccaculi travestiti da ribelli! 
Mi fa male che 'tutto', sia volgarità. 
Mi fa male che si parli fino alla nausea di quante reti... una a te, una a me.... pubbliche, private... e poi le commissioni, i regolamenti, il garante... senza parlare mai di quella valanga di merda che ogni giorno mi entra in casa! 
Che poi io sono anche delicato, l'ho già detto! 
Mi fa male la violenza. Mi fa male la sopraffazione, la prepotenze, l'ingiustizia. 
A dire la verità mi fa male anche la giustizia. Un paese che ha una giustizia come la nostra non sarà mai un paese civile. Una giustizia che fa talmente schifo che se una volta per caso i magistrati fanno il loro normale dovere diventano tutti Giuseppe Garibaldi... 
Mi fanno male anche i pentiti. Che dopo aver ammazzato uomini donne e bambini fanno l'atto di dolore... tre Pater Ave e Gloria e chi s'è visto s'è visto. 
Mi fa male la Sicilia. Magari mi facesse male solo la Sicilia. Mi fa male anche la Lombardia, la Toscana, il Veneto. Roma! 
Mi fa male che 'tutto' sia mafia. 
Mi fa male non capire perché animali della stessa razza si ammazzino tra loro. 
Mi fa male chi muore in Jugoslavia. Mi fa male chi muore in Somalia, in Armenia, in Ruanda, in Palestina. Mi fa male chi muore. 
Mi fa male chi dice che gli fa male chi muore e fa finta di niente sul traffico delle armi che è uno dei pilastri su cui si basa il benessere dell'Occidente. 
Mi fa male la mafia bianca, quella dei dottori, delle medicine, degli ospedali, dei professori. 
Mi fa male chi specula sulla vita della gente. Sì, quelle brave persone che approfittano della debolezza del malato, dei suoi familiari. E ti fanno fare le analisi, anche se non ne hai bisogno. E ti mandano dall'amico specialista, tutti d'accordo, uno scambio, un giro d'affari, una grande abbuffata di pazienti. Sì, quegli avvoltoi che si buttano sui moribondi per tirargli fuori gli ultimi spiccioli, i chirurghi dal taglio facile e redditizio... sì, quelli che tagliano tutto, tutto.. gambe, braccia... e quando non ne hanno abbastanza... testicoli, seni, ovaie, uteri interi! Che gliene importa di un utero in più o in meno! 
Certo, mi fa male il cancro. Ma mi fa più male che il cancro sia il più grosso affare economico del secolo. 
Mi fa male chi crede che ci sia ancora qualcuno che pensa agli altri. 
Mi fa male qualsiasi tipo di potere, quello conosciuto, ma anche quello sconosciuto, sotterraneo, che poi è il vero potere. Mi fanno male le oscillazioni e i rovesci misteriosi dell'alta finanza. Più che male mi fanno paura, perché mi sento nel buio, non vedo le facce. Nessuno ne parla, nessuno sa niente: sono gli intoccabili. Personaggi misteriosi e oscuri che tirano le fila di un meccanismo invisibile, talmente al di sopra di noi da farci sentire legittimamente esclusi. E’ lì, in chissà quali magici e ovattati saloni che a voce bassa e con modi raffinati si decidono le sorti del nostro mondo: dalle guerre di liberazione, ai grandi monopoli, dalle crisi economiche, alle cadute dei muri, ai massacri più efferati. 
Mi fa male quando mi portano il certificato elettorale. 
Mi fa male la democrazia, questa democrazia che è l'unica che conosco. 
Mi fa male la prima repubblica, la seconda, la terza, la quarta. 
Mi fanno male i politici, più che altro tutti, sempre più viscidi, sempre più brutti. 
Mi fanno male gli imbecilli, i ruffiani. E come sono vicini a noi elettori, come ci 
ringraziano, come ci amano. Ma sì, io vorrei anche dei bacini, dei morsi sul collo... certo, per capire bene che lo sto prendendo nel culo. Tutti, tutti, l'abbiamo sempre preso nel culo... da quelli di prima, da quelli di ora, da tutti quelli che fanno il mestiere della politica. 
E mi fa male che ci sia qualcuno che crede ancora che 'loro' facciano qualcosa per noi, per le nostre famiglie, per il nostro futuro. No, non c'è una scelta, neanche una, non c'è una scelta politica che sia fatta pensando a cosa serve al Paese. No, solo quello che conviene al gruppo, al partito... Per contare di più, per avere più potere. Certo, lo fanno solo per se stessi, per il loro schifosissimo interesse personale. Tutti, tutti, nessuno escluso. Farebbero qualsiasi cosa, venderebbero i colleghi, gli amici, i figli. 
Cambierebbero colore, nome, nazionalità, darebbero delle coltellate ai compagni di partito pur di fottergli il posto. Non c'è più niente che assomigli al coraggio, all'esilio, alla galera. C'è solo l'egoismo incontrollato, la smania di affermarsi, il potere, il denaro, l'avidità più schifosa. 
E voi credete ancora che contino le idee? Ma quali idee... 
La cosa che mi fa più male è vedere i nostri figli con la stanchezza anticipata di ciò che non troveranno. 
E mi fa ancora più male sentire che la colpa è anche nostra. Sì, abbiamo lasciato in eredità forse un normale benessere, ma non abbiamo potuto lasciare... quello che abbiamo dimenticato di combattere e quello che abbiamo dimenticato di sognare per noi e per gli altri. 
Una sconfitta definitiva? No, non credo proprio. Se è vero che questa è la nostra realtà, guardarla in faccia non può far male a nessuno. Basta non farsi prendere dalla stupidità dello sconforto. E’ la non consapevolezza che crea malesseri nascosti e uccide per delega. Se un uomo conosce con chiarezza il suo male, qualsiasi esso sia, ha anche la forza per combatterlo. 
Bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare i nostri meschini egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo magari scaturito proprio dalle cose che ci fanno male, dalle insofferenza comuni, dal nostro rifiuto. Perché un uomo solo che grida il suo no, è un pazzo. Milioni di uomini che gridano lo stesso no, avrebbero la possibilità di cambiare veramente il mondo. 


Mi fa male il mondo, 
mi fa male il mondo... 
Mi fa male il mondo, 
mi fa male il mondo... 


Mi fa bene comunque credere 
che la fiducia non sia mai scomparsa 
e che d'un tratto ci svegli un bel sogno 
e rinasca il bisogno di una vita diversa. 


Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo... 


Mi fa bene comunque illudermi 
che la risposta sia un rifiuto vero 
che lo sfogo dell'intolleranza 
prenda consistenza e ridiventi un coro. 


Mi fa male il mondo, mi fa male il mondo... 


Ma la rabbia che portiamo addosso 
è la prova che non siamo annientati 
da un destino così disumano 
che non possiamo lasciar ai figli e ai nipoti. 


Mi fa male il mondo, 
mi fa male il mondo... 
Mi fa male il mondo, 
mi fa male il mondo... 


Mi fa bene soltanto l'idea 
che si trovi una nuova utopia 
litigando col mondo. 



mercoledì 1 giugno 2011

"BRIVIDI. Manifesti e Turbamenti". Un LIBRO un po’ meno LIBRO del solito ma più LIB(e)RO


Un libro nato dalle mani di Henry Ruggeri, Salvatore Il Nero Martorana e Claudio Bardi su cui Vasco Rossi ha dichiarato: “questa è la più bella descrizione (di me) che io abbia mai letto”. 
Tra un po’ inizia il nuovo Tour, i fan scalpitano lo staff si è riunito, Ancona è sempre più vicina, ma come spesso fa, il Komandante Vasco regala ai suoi fan delle perle di rara bellezza che anticipano le emozioni che verranno, perché per lui c’è solo il meglio. E il meglio questa volta l’hanno tirato fuori 3 ragazzi che così si descrivono: “Claudio Bardi Trentotto anni. Laureato in Filosofia a ventisei. Gli ultimi dodici anni passati tra i lavori precari più eterogenei e la disoccupazione più spiccia. Fondamentalmente privo di interessi o di ambizioni di sorta, soggetto a frequenti sbalzi d’umore e di pensieri confusi. Non ha idea di come riuscirà a cavarsela nella vita, ma non gli importa.
Salvatore Il Nero Martorana Classe 1985, membro dello staff del forum vascodentro.com, scrive frequentemente sulla rubrica l’urlo del sito ufficiale di Vasco, vascorossi.net. Passando da Torino, è facile trovarlo tra un bar, bische e librerie. Ama follemente Ida, Joe e suo nonno. Brinda quotidianamente alla vita e all’ironia ed è orgoglioso del suo epitaffio: “Volli una vita da stronzo, e ci riuscii”.
Henry Ruggeri Spacciandosi da fotografo di una rivista, riesce a entrare nel backstage dei suoi idoli, i Ramones. Era il 7 Maggio 1989, e da quel giorno non ha più smesso. Fotografo storico di Raro!, ha ritratto dal vivo molti grandi della musica (U2, Rolling Stones, Madonna, R.E.M., Bruce Springsteen, James Brown...) per numerose testate, tra cui Emozioni, Backstage, Sport Week, Metal Maniac, Metal Shock, Blast, Mucchio Selvaggio, Jam, Tatoo life, Eddies, Vogue, GQ e Rolling Stone.”
Di cosa parliamo allora? Di Un LIBRO un po’ meno LIBRO del solito ma più LIB(e)RO; di un Libro diverso che racconta Vasco Rossi, oltre 100 foto inedite scattate da un poeta dell’immagine si accompagnano a discorsi anarcoidi, sfoghi emotivi e intimi frammenti ironici scritti di notte da due figli auto-adottivi di Vasco Rossi, mentre, come al solito, erano in balia di alcuni whisky doppi, del loro Maestro e di loro stessi. Per la prima volta Henry Ruggeri, Claudio Bardi e Salvatore Il Nero Martorana si sono ritrovati insieme a formare un trio sempre in erba e pieno di brio. Dal sito ufficiale vascorossi.net e direttamente dalle loro anime, ecco a voi Brividi Bardiani, Manifesti Ruggenti e Neri Turbamenti.
Copertina_libro_Brividi



























“Quando diciamo “Brividi” all’interno dell’universo di Vasco, intendiamo sempre e soltanto Brividi dell’anima. L’anima può mettersi a vibrare perché si sente irrequieta o perché si sente più viva… A volte succede perché è stata colpita e ferita, e quindi urla e grida disperata… Altre volte, invece, perché è stata colpita ed amata, e quindi canta e danza euforica!
Come e più di quanto non possa accadere nelle varie situazioni della vita, nelle canzoni di Vasco e durante i suoi concerti, i brividi possono essere sia brividi di sofferenza mentale sia brividi di passione d’amore, possono essere frutto di un profondo tumulto interiore ma anche di un’incontenibile energia emozionale. Comunque si tratta sempre di brividi dell’anima strettamente legati alla musica, perché partono dalla dimensione individuale ed intima della propria coscienza, il cui battito accelerato del cuore segna il ritmo da tenere, e riescono poi ad elevarsi fino a raggiungere una dimensione di comunicazione collettiva attraverso ogni singola canzone. 
Come sa chiunque ci sia stato almeno una volta, un concerto di Vasco non è mai un semplice spettacolo musicale, non è mai una mera esibizione di capacità tecnica e strumentale, ma è sempre, più essenzialmente, una rara ed autentica esperienza di comunione di anime, una straordinaria e commovente esperienza di condivisione e di sintonia tra migliaia di coscienze diverse, un cocktail dirompente di emozioni intime e di significati profondi che finalmente vengono fuori tutti insieme e si mettono a cantare e a ballare. Insomma, “Vasco Live” è un’esplosione ed un continuo susseguirsi di Brividi vivi che “volano via in equilibrio sopra la follia”
L'idea è nata all’improvviso, come succede alle cose migliori. Se fosse nato tutto da un progetto studiato e programmato a tavolino, probabilmente sarebbe stato un lavoro privo di quella spontaneità e di quella vitalità che invece sicuramente lo distinguono (…magari anche in peggio!) da tutti gli altri libri scritti finora su Vasco.
Realizzare un opera quando si tratta di Vasco è sempre una responsabilità, ma questa è aumentata esponenzialmente quando ha detto agli autori di scrivere quello che gli pareva! A conti fatti, questo libro è una follia bella e buona! Straordinaria e nuova; unica e inedita. Ha anche un “doppio risvolto di copertina”, cioè un’interpretazione doppia, una definizione potenzialmente ambigua: può essere considerato un prodotto di coraggio sfrenato, ma anche, d’altro lato, come frutto di irresponsabilità pura! Un Capolavoro!
Vasco docet: “e questa è la più bella descrizione che io abbia mai letto; una pagina...una meraviglia”.
L'uomo in fuga (Da Vasco Rossi -BRIVIDI. Manifesti e Turbamenti)
L'uomo in fuga. Da sempre, da tutti. Niente e nessuno può dire di averlo avuto per sè, anche solo per un attimo. Sia esso una donna, un amico, un confidente, un fan, una passione, una idea, una certezza. Cambia, trasla, ruota, più giù, più su, afferma una cosa, si contraddice, cavalca i paradossi, semina dubbi, se ne frega delle conseguenze e se ne va senza salutare. I dibattiti fateli voi! Lui sul palco non fa sermoni, non gira per studi televisivi, non presenzia, non si atteggia, ma fugge. Da sempre, da tutti. Ha dato tutto... per tenersi sè stesso! Ghignando dietro lo scudo della timidezza, pare ti voglia fare entrare dentro il suo mondo, ti seduce, ti invita, ti attrae... sembra un'eternità ma è giusto il tempo di una canzone, di un verso, di uno sguardo, di un cenno appena colto. Un flash e la porta si chiude, tendi le mani, "ci sono quasi! no! per un attimo ho creduto che..." ma niente, è andato, partito, fuggito.
Da sempre, da tutti. Qualcuno l'ha presa come sfida, "non può scappare da tutti!" gridavano. E, così, una serie di posti di blocchi hanno provato a ostacolare il suo cammino... Indici puntati, sguardi sprezzanti, fango, invettive, scomuniche! E' passato senza fermarsi, e agli indici ha mostrato il medio. Dicono le anime belle: "Perché continuare a provocare, ormai va al massimo anche senza, potrebbe vivere di rendita". Loro non lo sanno, ma hanno cercato di mettere una paletta davanti a Vasco... il posto di blocco del conformismo! Il peggiore, il più abietto, il più infame perché ti corrode da dentro, quotidianamente, ineluttabilmente. Non si è fermato, è fuggito. Aveva richiesto la presenza di dio, voleva capire, domandare, lo voleva vedere!
Gli ha dato una possibilità, ma non si è fatto trovare. Allora ha tagliato i ponti, senza mezze misure. E' fuggito, anche se già da lui era lontano. Poi si è voltato e ha visto il sorriso suadente del diavolo. Pensava, il cornuto ingenuo, di averlo tutto per sè... un contratto da firmare e... E aveva capito male! Niente e nessuno può dire di averlo avuto per sè, manco il satanello. "Perciò, caro mio, vattene. Non vendo nulla, io. Io te la regalo!" ed è fuggito, spiazzando angeli e demoni, fischiettando al vento, il vento dell'ironia. L'uomo in fuga. Da sempre, da tutti. (Di Salvatore Il Nero Martorana)
Perché comprare questo libro? Perché è un qualcosa di diverso! Negli scritti c’è un ritmo che si avvicina a quello di un qualsiasi concerto di Vasco. Un “valzer” precario, sbandato tra parole e foto, veloce e squilibrato! Riflessioni, provocazioni, ironia e racconti si passano la mano come fossero in una scaletta di una serata Live di Vasco.. Le strutture rigide e gli schemi tradizionali lasciati volutamente in secondo piano, per dare più spazio e più importanza al flusso di emozioni e di ironia… un po’ come accade stupendamente, e in modo certo molto più dirompente e fluido, nei vari stadi e palazzetti! Perché è un libro che dà i “BRIVIDI”!