mercoledì 14 dicembre 2011

Have a good trip...



C'è ancora tempo spero per un testamento ma non è mai troppo presto per pensarci. Il pensiero di raggiungere chi mi ha preceduto non mi tormenta ma il pensiero di voi, il dolore di lasciarci, quello si. Vorrei lasciarvi tutto quello che ho perchè tutto quello che ho siete voi.
Vi lascio un sorriso perchè vi ricordiate sempre che nonostante la vita possa riservarci delle brutte sorprese è sempre un buon momento per sorridere, non costa nulla e rende in serenità la gioia che si dona.
Vi lascio l'amicizia, che sacra, vi conforterà nei momenti peggiori, come una mano tesa dopo una caduta vi rialzerà senza chiedervi nulla in cambio.
Vi lascio la famiglia, cui troppo spesso non pensiamo, perchè vi ricordiate sempre di passare un po di tempo con chi vi ha cresciuto e non ha mai chiesto nulla se non dato.
Vi lascio la carezza di un bambino, per ricordarvi che l'innocenza e la bellezza di gioire per le piccole cose rende più ricchi e speciali.
Vi lascio i ricordi, che sempre vi aiuteranno a capire da dove venite e dove state andando.
Vi lascio il futuro, per ricordarvi che la vera libertà sta nelle scelte e non nelle possibilità che il nostro destino ci offre.
Vi lascio il mare, per ricordarvi che se anche al di sopra di esso vi può essere una forte tempesta, nel suo cuore è calmo, silenzioso e tranquillo.
Vi lascio la luce dell'alba e la bellezza del tramonto affinché voi non abbiate mai paura delle notti buie.
Vi lascio il calore del sole affinché renda l'inverno meno freddo e la speranza più viva e calda.
Vi lascio un abbraccio, per ricordarvi che molte volte vale più di mille parole sentire qualcuno vicino.
Vi lascio il vento, per ricordarvi che le nuvole prima o poi vanno via e che non bisogna mai perdersi d'animo perchè prima o poi i raggi del sole si riposeranno su di voi.
Vi lascio gli sguardi, che sempre ci accompagnano nella vita, per ricordarvi che l'importanza dell'osservare è di gran lunga superiore di quella del guardare.... affinché la vostra attenzione non sia fugace e senza curiosità.
Vi lascio gli alberi, per ricordarvi che nonostante siano sempre battuti dal vento non vi è stagione che non li veda risorgere, non vi è primavera che non rivede i suoi fiori.
Vi lascio la pazienza da usare sempre e con tutti affinché possa ritornare con un grazie e riempirvi il cuore di gioia.
Vi lascio la saggezza e la bontà degli anziani, affinché siate sempre modesti, e affinché ricordiate che è importante il rispetto se volete che in amore vi ritorni.
Vi lascio l'odore delle caldarroste e il sapore del buon vino perchè non dimentichiate che a volte basta davvero poco per stare insieme intorno ad un camino.
Vi lascio la fede a prescindere dal Dio che si prega, fate che la preghiera riempia almeno un momento della vostra giornata.
Vi lascio le stagioni per ricordarvi che dopo il peggiore degli inverni c'è sempre una primavera a compiere di nuovo il miracolo della vita.
Vi lascio l'amore affinché possa riempire sempre il vostro cuore, affinché vi emozioni per tutta la vita rendendovi schiavi solo della felicità.
VI lascio le lunghe passeggiate per ricordarvi che a volte fa bene lasciarsi andare per sentieri mai battuti.
Vi lascio i Nonni e i Genitori per ricordarvi che per quanto possa essere lunga una vita non sarà mai buona vita senza i loro insegnamenti.
Vi lascio i figli e i nipoti per ricordavi che da voi non si aspettano solo grandi insegnamenti, vogliono essere semplicemente anche ascoltati.
Vi lascio l'arcobaleno per ricordarvi che i colori della vita nascono anche e soprattutto dopo una tempesta.
Vi lascio una candela accesa, affinché vi faccia compagnia mentre fuori nevica.
Vi lascio i sorrisi delle cene fra amici e la complicità dell'infanzia che riaffiora ogni volta.
Vi lascio il mio cuore affinché possiate usarlo quando uno non vi basta più e volete amare oltre l'infinito
Vi lascio lo scorrere del tempo, per aiutarvi a oltrepassarlo senza avere rimpianti.
Vi lascio la magia di un lago e la sua nebbia d'inverno affinché possa abbracciarvi e farvi sentire più sicuri nonostante tutto.
Vi lascio una barca in mezzo al mare per farvi riscoprire quanto è importante per la nostra coscienza il silenzio e la quiete.
Vi lascio il mondo, sappiatelo tenere e mantenere, infondo siamo solo suoi ospiti.
Vi lascio una foto affinché vi ricordiate che è sempre un buon momento per creare un ricordo.
Vi lascio le donne, per ricordarvi di imparare costantemente dalla loro sensibilità quanto può essere magica la vita.
Vi lascio la melodia di un pianoforte, che vi accompagni quando avrete voglia di toccare il cielo con un dito.
Vi lascio la fedeltà degli animali, per ricordarvi che nonostante tutto si può amare senza chiedere nulla in cambio.
Vi lascio la magia del Natale, affinché vi possa regalare un miracolo.
Vi lascio la solitudine perchè ricordiate sempre quanto possa essere difficile avere il vuoto nel cuore e sopravvivere a se stessi.
Vi lascio le delusioni, affinché impariate che ci sarà sempre qualcuno pronto a tradire la vostra fiducia, e che l'importante è non aver paura di continuare ad averne, infondo non costa nulla.
Vi lascio l'emozione di un bacio, per ricordarci che è sempre un buon momento per far sentire speciale una persona.
Vi Lascio i gabbiani in volo affinché catturino il vostro sguardo, e pensiate a me e alla luce che nel vostro cuore non si è mai spenta.
Vi lascio i prati fioriti, e le corse di due innamorati, gli abbracci fra le margherite cullate dal vento affinché ricordiate che davvero esiste la felicità!
Vi lascio il piacere del vento quando si va in moto, quell'adrenalina che si prova trattenendo il respiro in piena curva, affinché vi ricordiate che l'importante è aver dato il massimo non arrivare primi.
Vi lascio l'ospitalità e la carità, per ricordarvi che basta davvero poco per riempire la solitudine di qualcun'altro e rendere leggero il cuore.
Vi lascio la parola affinché ricordiate che non potrà essere mai sostituita da alcuna guerra.
Vi lascio la pietà perchè la usiate contro chi vi ha fatto del male e ricordiate sempre che in fondo altro non meritano.
Vi lascio l'onesta e la sincerità che rendono gli uomini ricchi di un tesoro inestimabile, l'amicizia.
Vi lascio le stelle e la luna affinché come una coperta vi riscaldino quando siete in riva al mare ad ascoltare il silenzio delle onde del mare.
Cari Fratelli, Care Sorelle, vi lascio il testamento di un genio sordo della musica, leggetelo affinché non dimentichiate mai che infondo nessuno merita di essere infelice, triste, incompreso, povero dentro e fuori, nessuno merita la cattiveria e l'invidia, nessuno merita di sopravvivere a se stesso, nessuno merita l'infamia di essere giudicato, nessuno merita di non vivere, nessuno non merita un sorriso:
"O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo o che mi fate passare per tale, come siete ingiusti con me, non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un'apparenza, il mio cuore e la mia mente erano sin dall'infanzia inclini al tenero sentimento della benevolenza, e avrei anche sempre voluto compiere grandi azioni, ma pensate solo che da sei anni sono colpito da un male inguaribile, reso più grave da medici insensati che mi hanno ingannato anno dopo anno facendomi sperare in un miglioramento illusorio, con la prospettiva finale di una menomazione permanente (la cui guarigione durerà magari anni se non è addirittura impossibile). Nato con un temperamento ardente e vivace, persino aperto alle distrazioni della vita sociale, ho dovuto presto isolarmi, vivere in solitudine, ogni tanto ho ben cercato di superare tutto ciò, ma l'esperienza doppiamente mortificante del mio cattivo udito mi ha duramente richiamato alla realtà, come avrei infatti potuto dire agli uomini: parlate più forte, gridate, perché sono sordo, come poter confessare la debolezza di un senso che dovrei possedere molto più degli altri, un senso che un tempo possedevo in realtà al più alto grado di perfezione, come pochi altri del mio mestiere possiedono o hanno mai posseduto - no, non lo posso fare, perdonatemi quindi se mi vedrete stare in disparte là dove invece mi mescolerei così volentieri con voi, la mia disgrazia mi fa doppiamente male perché vengo inoltre malgiudicato, per me il piacere di stare in mezzo alla gente, di partecipare a conversazioni intelligenti, a proficui scambi di vedute, non esiste, e quando è veramente indispensabile avere a che fare con la società, devo restare quasi completamente solo, vivere come un esiliato, se mi avvicino a qualcuno, sono subito terrorizzato al pensiero che possa in qualche modo accorgersi della mia condizione - così è stato negli ultimi sei mesi che ho trascorso in campagna seguendo il consiglio del mio bravo medico di affaticare i miei orecchi il meno possibile, egli veniva così incontro alle mie attuali inclinazioni, anche se di tanto in tanto mi sono lasciato sviare dal mio istinto socievole, ma che umiliazione quando qualcuno accanto a me udiva di lontano il suono di un flauto e io nulla o qualcuno udiva un pastore cantare e io sempre nulla, questi fatti mi portavano al limite della disperazione e poco ci mancò che non mi togliessi la vita solo l'arte mi ha trattenuto dal farlo; mi è parso impossibile lasciare questo mondo prima di avere pienamente realizzato ciò di cui mi sentivo capace, così ho prolungato questa vita miserabile -veramente miserabile, un corpo così sensibile che qualsiasi cambiamento un po' brusco può trasformare il mio stato di salute da ottimo a pessimo - pazienza -proprio così, devo sceglierla come guida, così ho fatto, spero che questa mia risoluzione resista finché le inesorabili parche vorranno spezzare il filo, forse andrà meglio, forse no, sono preparato - a ventott'anni essere costretto a diventare filosofo non è facile, per un artista è ancora più duro che per qualsiasi altro uomo.
Divinità tu vedi dall'alto il fondo della mia anima, sai che amo gli uomini e desidero fare il bene, o uomini, se mai un giorno leggerete questo scritto, pensate al torto che mi avete fatto, e l'infelice si consoli di aver trovato qualcuno simile a lui, qualcuno che, malgrado tutti gli ostacoli della natura, ha fatto tutto il possibile per essere ammesso nella schiera degli artisti e uomini di valore - voi, miei fratelli, non appena sarò morto e se il Professor Schmid sarà ancora in vita, pregatelo a mio nome di descrivere la mia malattia, e aggiungete a questa storia della mia malattia il presente scritto, in modo che almeno il mondo possa quanto più riconciliarsi con me contemporaneamente vi dichiaro eredi del mio piccolo patrimonio (se così lo si può definire), dividetevelo onestamente e sopportatevi e aiutatevi l'un l'altro, ciò che avete fatto contro di me, lo sapete, ve l'ho già da molto tempo perdonato; a te mio fratello, un grazie particolare per l'attaccamento che mi hai dimostrato in questi ultimi tempi; vi auguro una vita migliore e meno carica di affanni della mia, raccomandate ai vostri figli la virtù, essa sola può rendere felici, non il denaro, lo dico per esperienza; essa mi ha recato sollievo nella sofferenza, a lei, oltre che alla mia arte, debbo se non mi sono tolta la vita- addio e vogliatevi bene-; ringrazio tutti gli amici, - gli strumenti del principe L. desidero che siano possibilmente conservati da uno di voi, beninteso senza che per questo vi disputiate; se peraltro potessero servirvi per altri scopi, vendeteli pure; sarei molto felice di potervi essere utile anche nella tomba - così fosse - con gioia vado incontro alla morte - ma se essa mi coglierà prima che abbia avuto occasione di sviluppare interamente i miei talenti artistici, sarebbe per me, malgrado il mio duro destino, troppo presto e vorrei che venisse più tardi - e tuttavia sarei contento lo stesso, non meriterebbe forse da uno stato di infinita sofferenza? - Vieni quando vuoi, ti vado intrepidamente incontro - addio, non dimenticatemi completamente quando sarò morto, me lo sono meritato perché nella mia vita ho spesso pensato di rendervi felici, siatelo.

Heiglnstadt, 6 ottobre 1802
Ludwig van Beethowen

Per i miei fratelli  
Da leggersi ed eseguirsi dopo la mia morte -

-Heiglnstadt, 10 ottobre 1802 - prendo così congedo da te - e con quanta tristezza - da te amata speranza - con la quale sono qui venuto, nella prospettiva di una almeno parziale guarigione, ora mi deve abbandonare completamente, come cadono appassite le foglie d'autunno, così anch'essa si è per me disseccata, me ne vado - quasi nello stato in cui ero al mio arrivo - persino il coraggio superbo - che spesso mi sosteneva nelle belle giornate estive - è svanito - o Provvidenza, concedimi una volta un puro giorno di gioia - è da tanto tempo che la mia anima non ode più l'intima eco della vera gioia - o quando, o Divinità - quando proverò di nuovo la gioia nel tempio della natura e degli uomini - Mai? - no - oh, sarebbe troppo duro."





giovedì 17 novembre 2011

L'Inno di Mameli

Fratelli d'Italia 
L'Italia s'è desta, 
Dell'elmo di Scipio 
S'è cinta la testa. 
Dov'è la Vittoria? 
Le porga la chioma, 
Ché schiava di Roma 
Iddio la creò. 
Stringiamoci a coorte 
Siam pronti alla morte 
L'Italia chiamò.

Noi siamo da secoli 
Calpesti, derisi, 
Perché non siam popolo, 
Perché siam divisi. 
Raccolgaci un'unica 
Bandiera, una speme: 
Di fonderci insieme 
Già l'ora suonò. 
Stringiamoci a coorte 
Siam pronti alla morte 
L'Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci, 
l'Unione, e l'amore 
Rivelano ai Popoli 
Le vie del Signore; 
Giuriamo far libero 
Il suolo natìo: 
Uniti per Dio 
Chi vincer ci può? 
Stringiamoci a coorte 
Siam pronti alla morte 
L'Italia chiamò.

Dall'Alpi a Sicilia 
Dovunque è Legnano, 
Ogn'uom di Ferruccio 
Ha il core, ha la mano, 
I bimbi d'Italia 
Si chiaman Balilla, 
Il suon d'ogni squilla 
I Vespri suonò. 
Stringiamoci a coorte 
Siam pronti alla morte 
L'Italia chiamò.

Son giunchi che piegano 
Le spade vendute: 
Già l'Aquila d'Austria 
Le penne ha perdute. 
Il sangue d'Italia, 
Il sangue Polacco, 
Bevé, col cosacco, 
Ma il cor le bruciò. 
Stringiamoci a coorte 
Siam pronti alla morte 
L'Italia chiamò


venerdì 4 novembre 2011

E' tempo di realtà



Quando qualcosa ti uccide dentro non puoi fare altro che vivere, sorridere su altre cose, non pensarci, stare alla larga da ciò! D'altronde un addio rimarrà per sempre senza pietà. 
E allora con illusioni confuse tra sogni, e con deludenti certezze cerco angeli dentro lividi, rubo sogni ai sogni e sogno di perdute libertà, chiedo favole contro lacrime, vedo limiti, piango uomini, prego uomini, vendo chiacchiere e parole di presunta verità. Ricostruirò tutto quello che ho perduto. Sentenzierò attraverso i miei atti d'insana devianza, la fine. Brucerò la vecchia anima al fuoco arrivando fino a regioni di me sconosciute. Questa vita oggi, ruba al misero senza misericordia, cresce al sole ma alimenta l'oscurità. 
Cambio pelle, mordo fango, mi ribello. Cerco angeli, trovo demoni, sogno di rubare l'anima a dei dell'eternità, verso lacrime e fantasie, lego le mie ali al cuore e volo via, odio uomini, perdo umanità, contro le regole mi oppongo. C'è sapore d'addio oggi nell'aria, un aspro sapore di cose amate e perdute... Addio sogni cullati dal vento come polline di fiori ormai morti... Addio ferite che mai dimenticherò, addio nostalgia... è tempo di realtà... Ora la polvere è ferma nei corridoi come cenere sulla neve dei nostri sentimenti. 
Morirò senza rimpiangere il mio orizzonte, non scapperò via dai miei sentimenti, cambierò i miei numeri, scorderò una vita per un'altra. Oggi rimpiango il sole, oggi gioco con la sera, oggi amo il mio dolore, oggi assaporo l'amore e domani ascolterò le lacrime. 
Addio per non piangere, addio per non crepare, addio all'oscurità di ogni angelo nascosto nei sogni, addio all'anima fedele compagna, addio al mio cuore. Ora raccolgo i petali di una vita piena di ricordi e sparisco nell'onda di questo mare. Ammazzo il presente vivendolo tutto e attraverso questi dannati ostacoli pieni di vita.

lunedì 10 ottobre 2011

Hurricane... Where justice is a game.


Pistol shots ring out in the barroom night
Enter Patty Valentine from the upper hall.
She sees the bartender in a pool of blood,
Cries out, "My God, they killed them all!"
Here comes the story of the Hurricane,
The man the authorities came to blame
For somethin' that he never done.
Put in a prison cell, but one time he could-a been
The champion of the world.

Three bodies lyin' there does Patty see
And another man named Bello, movin' around mysteriously.
"I didn't do it," he says, and he throws up his hands
"I was only robbin' the register, I hope you understand.
I saw them leavin'," he says, and he stops
"One of us had better call up the cops."
And so Patty calls the cops
And they arrive on the scene with their red lights flashin'
In the hot New Jersey night.

Meanwhile, far away in another part of town
Rubin Carter and a couple of friends are drivin' around.
Number one contender for the middleweight crown
Had no idea what kinda shit was about to go down
When a cop pulled him over to the side of the road
Just like the time before and the time before that.
In Paterson that's just the way things go.
If you're black you might as well not show up on the street
'Less you wanna draw the heat.

Alfred Bello had a partner and he had a rap for the cops.
Him and Arthur Dexter Bradley were just out prowlin' around
He said, "I saw two men runnin' out, they looked like middleweights
They jumped into a white car with out-of-state plates."
And Miss Patty Valentine just nodded her head.
Cop said, "Wait a minute, boys, this one's not dead"
So they took him to the infirmary
And though this man could hardly see
They told him that he could identify the guilty men.

Four in the mornin' and they haul Rubin in,
Take him to the hospital and they bring him upstairs.
The wounded man looks up through his one dyin' eye
Says, "Wha'd you bring him in here for? He ain't the guy!"
Yes, here's the story of the Hurricane,
The man the authorities came to blame
For somethin' that he never done.
Put in a prison cell, but one time he could-a been
The champion of the world.

Four months later, the ghettos are in flame,
Rubin's in South America, fightin' for his name
While Arthur Dexter Bradley's still in the robbery game
And the cops are puttin' the screws to him, lookin' for somebody to blame.
"Remember that murder that happened in a bar?"
"Remember you said you saw the getaway car?"
"You think you'd like to play ball with the law?"
"Think it might-a been that fighter that you saw runnin' that night?"
"Don't forget that you are white."

Arthur Dexter Bradley said, "I'm really not sure."
Cops said, "A poor boy like you could use a break
We got you for the motel job and we're talkin' to your friend Bello
Now you don't wanta have to go back to jail, be a nice fellow.
You'll be doin' society a favor.
That sonofabitch is brave and gettin' braver.
We want to put his ass in stir
We want to pin this triple murder on him
He ain't no Gentleman Jim."

Rubin could take a man out with just one punch
But he never did like to talk about it all that much.
It's my work, he'd say, and I do it for pay
And when it's over I'd just as soon go on my way
Up to some paradise
Where the trout streams flow and the air is nice
And ride a horse along a trail.
But then they took him to the jailhouse
Where they try to turn a man into a mouse.

All of Rubin's cards were marked in advance
The trial was a pig-circus, he never had a chance.
The judge made Rubin's witnesses drunkards from the slums
To the white folks who watched he was a revolutionary bum
And to the black folks he was just a crazy nigger.
No one doubted that he pulled the trigger.
And though they could not produce the gun,
The D.A. said he was the one who did the deed
And the all-white jury agreed.

Rubin Carter was falsely tried.
The crime was murder "one," guess who testified?
Bello and Bradley and they both baldly lied
And the newspapers, they all went along for the ride.
How can the life of such a man
Be in the palm of some fool's hand?
To see him obviously framed
Couldn't help but make me feel ashamed to live in a land
Where justice is a game.

Now all the criminals in their coats and their ties
Are free to drink martinis and watch the sun rise
While Rubin sits like Buddha in a ten-foot cell
An innocent man in a living hell.
That's the story of the Hurricane,
But it won't be over till they clear his name
And give him back the time he's done.
Put in a prison cell, but one time he could-a been
The champion of the world.

(Bob Dylan)


giovedì 6 ottobre 2011

Stay Hungry, Stay Foolish.



Sono onorato di essere qui con voi oggi, nel giorno della vostra laurea presso una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. A dir la verità, questa è l’occasione in cui mi sono di più avvicinato ad un conferimento di titolo accademico. Oggi voglio raccontarvi tre episodi della mia vita. Tutto qui, nulla di speciale. Solo tre storie.

La prima storia parla di “unire i puntini”.

Ho abbandonato gli studi al Reed College dopo sei mesi, ma vi sono rimasto come imbucato per altri diciotto mesi, prima di lasciarlo definitivamente. Allora perchè ho smesso?

Tutto è cominciato prima che io nascessi. La mia madre biologica era laureanda ma ragazza-madre, decise perciò di darmi in adozione. Desiderava ardentemente che io fossi adottato da laureati, così tutto fu approntato affinché ciò avvenisse alla mia nascita da parte di un avvocato e di sua moglie. All’ultimo minuto, appena nato, questi ultimi decisero che avrebbero preferito una femminuccia. Così quelli che poi sarebbero diventati i miei “veri” genitori, che allora si trovavano in una lista d’attesa per l’adozione, furono chiamati nel bel mezzo della notte e venne chiesto loro: “Abbiamo un bimbo, un maschietto, ‘non previsto’; volete adottarlo?”. Risposero: “Certamente”. La mia madre biologica venne a sapere successivamente che mia mamma non aveva mai ottenuto la laurea e che mio padre non si era mai diplomato: per questo si rifiutò di firmare i documenti definitivi per l’adozione. Tornò sulla sua decisione solo qualche mese dopo, quando i miei genitori adottivi le promisero che un giorno sarei andato all’università.

Infine, diciassette anni dopo ci andai. Ingenuamente scelsi un’università che era costosa quanto Stanford, così tutti i risparmi dei miei genitori sarebbero stati spesi per la mia istruzione accademica. Dopo sei mesi, non riuscivo a comprenderne il valore: non avevo idea di cosa avrei fatto nella mia vita e non avevo idea di come l’università mi avrebbe aiutato a scoprirlo. Inoltre, come ho detto, stavo spendendo i soldi che i miei genitori avevano risparmiato per tutta la vita, così decisi di abbandonare, avendo fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. OK, ero piuttosto terrorizzato all’epoca, ma guardandomi indietro credo sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell’istante in cui abbandonai potei smettere di assistere alle lezioni obbligatorie e cominciai a seguire quelle che mi sembravano interessanti.

Non era tutto così romantico al tempo. Non avevo una stanza nel dormitorio, perciò dormivo sul pavimento delle camere dei miei amici; portavo indietro i vuoti delle bottiglie di coca-cola per raccogliere quei cinque cent di deposito che mi avrebbero permesso di comprarmi da mangiare; ogni domenica camminavo per sette miglia attraverso la città per avere l’unico pasto decente nella settimana presso il tempio Hare Krishna. Ma mi piaceva. Gran parte delle cose che trovai sulla mia strada per caso o grazie all’intuizione in quel periodo si sono rivelate inestimabili più avanti. Lasciate che vi faccia un esempio:

il Reed College a quel tempo offriva probabilmente i migliori corsi di calligrafia del paese. Nel campus ogni poster, ogni etichetta su ogni cassetto, erano scritti in splendida calligrafia. Siccome avevo abbandonato i miei studi ‘ufficiali’e pertanto non dovevo seguire le classi da piano studi, decisi di seguire un corso di calligrafia per imparare come riprodurre quanto di bello visto là attorno. Ho imparato dei caratteri serif e sans serif, a come variare la spaziatura tra differenti combinazioni di lettere, e che cosa rende la migliore tipografia così grande. Era bellissimo, antico e così artisticamente delicato che la scienza non avrebbe potuto ‘catturarlo’, e trovavo ciò affascinante.

Nulla di tutto questo sembrava avere speranza di applicazione pratica nella mia vita, ma dieci anni dopo, quando stavamo progettando il primo computer Machintosh, mi tornò utile. Progettammo così il Mac: era il primo computer dalla bella tipografia. Se non avessi abbandonato gli studi, il Mac non avrebbe avuto multipli caratteri e font spazialmente proporzionate. E se Windows non avesse copiato il Mac, nessun personal computer ora le avrebbe. Se non avessi abbandonato, se non fossi incappato in quel corso di calligrafia, i computer oggi non avrebbero quella splendida tipografia che ora possiedono. Certamente non era possibile all’epoca ‘unire i puntini’e avere un quadro di cosa sarebbe successo, ma tutto diventò molto chiaro guardandosi alle spalle dieci anni dopo.

Vi ripeto, non potete sperare di unire i puntini guardando avanti, potete farlo solo guardandovi alle spalle: dovete quindi avere fiducia che, nel futuro, i puntini che ora vi paiono senza senso possano in qualche modo unirsi nel futuro. Dovete credere in qualcosa: il vostro ombelico, il vostro karma, la vostra vita, il vostro destino, chiamatelo come volete... questo approccio non mi ha mai lasciato a terra, e ha fatto la differenza nella mia vita.

La mia seconda storia parla di amore e di perdita.

Fui molto fortunato - ho trovato cosa mi piacesse fare nella vita piuttosto in fretta. Io e Woz fondammo la Apple nel garage dei miei genitori quando avevo appena vent’anni. Abbiamo lavorato duro, e in dieci anni Apple è cresciuta da noi due soli in un garage sino ad una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. Avevamo appena rilasciato la nostra migliore creazione - il Macintosh - un anno prima, e avevo appena compiuto trent’anni... quando venni licenziato. Come può una persona essere licenziata da una Società che ha fondato? Beh, quando Apple si sviluppò assumemmo una persona - che pensavamo fosse di grande talento - per dirigere la compagnia con me, e per il primo anno le cose andarono bene. In seguito però le nostre visioni sul futuro cominciarono a divergere finché non ci scontrammo. Quando successe, il nostro Consiglio di Amministrazione si schierò con lui. Così a trent’anni ero a spasso. E in maniera plateale. Ciò che aveva focalizzato la mia intera vita adulta non c’era più, e tutto questo fu devastante.

Non avevo la benché minima idea di cosa avrei fatto, per qualche mese. Sentivo di aver tradito la precedente generazione di imprenditori, che avevo lasciato cadere il testimone che mi era stato passato. Mi incontrai con David Packard e Bob Noyce e provai a scusarmi per aver mandato all’aria tutto così malamente: era stato un vero fallimento pubblico, e arrivai addirittura a pensare di andarmene dalla Silicon Valley. Ma qualcosa cominciò a farsi strada dentro me: amavo ancora quello che avevo fatto, e ciò che era successo alla Apple non aveva cambiato questo di un nulla. Ero stato rifiutato, ma ero ancora innamorato. Così decisi di ricominciare.

Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita.

Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple. E io e Laurene abbiamo una splendida famiglia insieme.

Sono abbastanza sicuro che niente di tutto questo mi sarebbe accaduto se non fossi stato licenziato dalla Apple. Fu una medicina con un saporaccio, ma presumo che ‘il paziente’ne avesse bisogno. Ogni tanto la vita vi colpisce sulla testa con un mattone. Non perdete la fiducia, però. Sono convinto che l’unica cosa che mi ha aiutato ad andare avanti sia stato l’amore per ciò che facevo. Dovete trovare le vostre passioni, e questo è vero tanto per il/la vostro/a findanzato/a che per il vostro lavoro. Il vostro lavoro occuperà una parte rilevante delle vostre vite, e l’unico modo per esserne davvero soddisfatti sarà fare un gran bel lavoro. E l’unico modo di fare un gran bel lavoro è amare quello che fate. Se non avete ancora trovato ciò che fa per voi, continuate a cercare, non fermatevi, come capita per le faccende di cuore, saprete di averlo trovato non appena ce l’avrete davanti. E, come le grandi storie d’amore, diventerà sempre meglio col passare degli anni. Quindi continuate a cercare finché non lo trovate. Non accontentatevi.

La mia terza storia parla della morte.

Quando avevo diciassette anni, ho letto una citazione che recitava: “Se vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo, uno di questi c’avrai azzeccato”. Mi fece una gran impressione, e da quel momento, per i successivi trentatrè anni, mi sono guardato allo specchio ogni giorno e mi sono chiesto: “Se oggi fosse l’ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?”. E ogni volta che la risposta era “No” per troppi giorni consecutivi, sapevo di dover cambiare qualcosa.

Ricordare che sarei morto presto è stato lo strumento più utile che abbia mai trovato per aiutarmi nel fare le scelte importanti nella vita. Perché quasi tutto - tutte le aspettative esteriori, l’orgoglio, la paura e l’imbarazzo per il fallimento - sono cose che scivolano via di fronte alla morte, lasciando solamente ciò che è davvero importante. Ricordarvi che state per morire è il miglior modo per evitare la trappola rappresentata dalla convinzione che abbiate qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c’è ragione perché non seguiate il vostro cuore.

Un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Effettuai una scansione alle sette e trenta del mattino, e mostrava chiaramente un tumore nel mio pancreas. Fino ad allora non sapevo nemmeno cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che con ogni probabilità era un tipo di cancro incurabile, e avevo un’aspettativa di vita non superiore ai tre-sei mesi. Il mio dottore mi consigliò di tornare a casa ‘a sistemare i miei affari’, che è un modo per i medici di dirti di prepararti a morire. Significa che devi cercare di dire ai tuoi figli tutto quello che avresti potuto nei successivi dieci anni in pochi mesi. Significa che devi fare in modo che tutto sia a posto, così da rendere la cosa più semplice per la tua famiglia. Significa che devi pronunciare i tuoi ‘addio’.

Ho vissuto con quella spada di Damocle per tutto il giorno. In seguito quella sera ho fatto una biopsia, dove mi infilarono una sonda nella gola, attraverso il mio stomaco fin dentro l’intestino, inserirono una sonda nel pancreas e prelevarono alcune cellule del tumore. Ero in anestesia totale, ma mia moglie, che era lì, mi disse che quando videro le cellule al microscopio, i dottori cominciarono a gridare perché venne fuori che si trattava una forma molto rara di cancro curabile attraverso la chirurgia. Così mi sono operato e ora sto bene.

Questa è stata la volta in cui mi sono trovato più vicino alla morte, e spero lo sia per molti decenni ancora. Essendoci passato, posso dirvi ora qualcosa con maggiore certezza rispetto a quando la morte per me era solo un puro concetto intellettuale:

Nessuno vuole morire. Anche le persone che desiderano andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E nonostante tutto la morte rappresenta l’unica destinazione che noi tutti condividiamo, nessuno è mai sfuggito ad essa. Questo perché è come dovrebbe essere: la Morte è la migliore invenzione della Vita. E’ l’agente di cambio della Vita: fa piazza pulita del vecchio per aprire la strada al nuovo. Ora come ora ‘il nuovo’ siete voi, ma un giorno non troppo lontano da oggi, gradualmente diventerete ‘il vecchio’e sarete messi da parte. Mi dispiace essere così drammatico, ma è pressappoco la verità.

Il vostro tempo è limitato, perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun’altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui zittisca la vostra voce interiore. E, ancora più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione: loro vi guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare. Tutto il resto è secondario.

Quando ero giovane, c’era una pubblicazione splendida che si chiamava The whole Earth catalog, che è stata una delle bibbie della mia generazione. Fu creata da Steward Brand, non molto distante da qui, a Menlo Park, e costui apportò ad essa il suo senso poetico della vita. Era la fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer, ed era fatto tutto con le macchine da scrivere, le forbici e le fotocamere polaroid: era una specie di Google formato volume, trentacinque anni prima che Google venisse fuori. Era idealista, e pieno di concetti chiari e nozioni speciali.

Steward e il suo team pubblicarono diversi numeri di The whole Earth catalog, e quando concluse il suo tempo, fecero uscire il numero finale. Era la metà degli anni Settanta e io avevo pressappoco la vostra età. Nella quarta di copertina del numero finale c’era una fotografia di una strada di campagna nel primo mattino, del tipo che potete trovare facendo autostop se siete dei tipi così avventurosi. Sotto, le seguenti parole: “Siate affamati. Siate folli”. Era il loro addio, e ho sperato sempre questo per me. Ora, nel giorno della vostra laurea, pronti nel cominciare una nuova avventura, auguro questo a voi.

Siate affamati. Siate folli. 



(Steve Jobs' 2005 Stanford Commencement Address)


Bye Steve.



lunedì 5 settembre 2011

I Soliti


Noi siamo i soliti 
quelli così 
Siamo i difficili 
fatti così 
Noi siamo quelli delle illusioni, delle grandi passioni 
Noi siamo quelli che 
vedete qui 
Abbiamo frequentato 
delle pericolose abitudini 
E siamo vivi quasi per miracolo 
grazie agli interruttori 
Noi siamo liberi, liberi, 
liberi di volare 
Siamo liberi, liberi, 
liberi di sbagliare 
Siamo liberi, liberi, 
liberi di sognare 
Siamo liberi, 
liberi di ricominciare 
Noi siamo i soliti 
sempre così 
Siamo gli inutili 
fatti così 
Noi siamo quelli delle occasioni 
prese al volo come i piccioni 
Noi siamo quelli che 
vedete qui 
Abbiamo frequentato delle pericolose abitudini 
e siamo ritornati sani e salvi 
senza complicazioni 
Noi siamo liberi, liberi, 
liberi di volare 
Siamo liberi, 
liberi, 
liberi di sbagliare 
Siamo liberi, liberi, 
liberi di sognare 
Siamo liberi, 
liberi di non ritornare ! 
Noi siamo i soliti 
quelli così
(Vasco Rossi) 

 

mercoledì 24 agosto 2011

Allegria


Si predica l'allegria perenne, prima di conoscere la vera sofferenza. La felicità e la gioia sono molto più insensibili in confronto alla tristezza e al dolore. Tendiamo a sentire più l'agonia dei secondi in confronto al benessere dei primi; come se quest'ultimi fossero tenue nebbia al mattino che si dissolvono in pochi attimi.
La felicità, la gioia e l'allegria sono come tratteggiati sulla sabbia mentre la tristezza, il dolore e la sofferenza vengono scolpite nella roccia. Tendiamo a ricordare più i secondi che i primi; come se per quest'ultimi soffrissimo d'una sorta d'amnesia, cancellati via dalla sabbia al passaggio dalle onde e dal loro continuo peregrinare. Mentre i secondi sono come sassi lanciati al cuore che si depongono sull'anima appesantendola ogniqualvolta il loro ricordo torna a farci visita.
Allegria o felicità..... sottili differenze... La felicità è un sentimento che dura anche solo un istante e portandoti via dall'inferno ti trascina in paradiso. L'allegria è la maschera della tristezza che con un solo sorriso riesce a nascondere miliardi di lacrime segregate nel cuore... e allora capisci che nulla è più triste dell'allegria al suo culmine e che la gioia, gioca e nasce dal più profondo sentimento di allegria.
Quando nella mente il passato parla solo di ciò che ci è stato negato... una rabbia sottile... un'idea fissa in testa ci toglie l'amore. Una forte passione, un vizio profondo scatena la mente e non basta più donare il segreto riposto nei sogni o fermare quell'attimo e diffondere il credo dei tuoi desideri!
Ho sempre sognato un mondo sublime fatto di gioia, sorrisi e canzoni ma quello che spero non venga mai meno è quella brezza che muove i macigni e che cela le lacrime, fusione emotiva che scioglie il dolore... qualcosa di grande... l'Allegria vera! Non quella dove regna la rabbia, la consapevolezza della distanza! dove si ride con gli occhi sapendo che il cuore è morto! in quest'ultima c'è solo la consapevolezza di aver sbagliato... e di essere arrivati tardi con il cuore pieno di rimpianti e la vita colma di rimorsi...








domenica 31 luglio 2011

Grazie...



Grazie Dio per avermi dato la vita e la mia famiglia, per avermi dato la forza, il coraggio, la tenacia di vivere e di sopravvivere. Grazie Dio per avermi dato tanto. Grazie a chi mi ha amato e a chi mi ama con amore incondizionato. Grazie Dio per avere io ancora oggi respiro. Grazie al male che mi fa vedere quanto è più grande il bene e mi aiuta a sopportare le pene. Grazie madre, sorella, padre mio... Un abbraccio dal profondo del mio cuore. Grazie Dio per tutto ciò che mi hai dato e per tutto ciò che non mi hai potuto dare.
Dico grazie alla musica, che parla più di mille parole, dico grazie all'amore, che non bastano mille parole per spiegarlo. Dico grazie al mare, alle foglie d'autunno, alle risate, alla neve, agli amici, al cinema, agli inconsapevoli maestri di vita, ai libri ispirati, alle stelle... grazie a tutti quelli che non hanno paura di provare emozioni. Oltre tutto il nulla... Qualcuno me lo disse una volta... O forse l'ho soltanto letto... Qualcuno mi disse anche che dovevo scrivere, scrivere fino a morire, fino a farmi male per farmi sentire...  A loro davvero devo un grazie sincero, perché nella vita niente è mai scontato e se sono chi sono è anche grazie al mio passato. Allora grazie a tutti coloro che hanno fatto della vita mia una fantasia che non sembra mai un lavoro grazie a voi vivo di magia...
Grazie destino della gentilezza e dell'affetto, della simpatia e del rispetto, della sincerità e dell'altruismo, della fiducia e della bontà d'animo, grazie destino delle meravigliose persone che hai voluto donarmi.
Grazie per ogni momento a me dedicato con amore. Grazie per ogni rimprovero ieri non compreso, oggi davvero prezioso. Grazie per ogni abbraccio e carezza ricevuta. Per quelle favole vissute e quelle pacche sulle spalle. Grazie di ciò che mi date. Grazie per aver preso la mia mano quando ne ho avuto bisogno, grazie per avermi trovato, grazie per esservi fatti trovare; ma soprattutto grazie per aver deciso di donarmi una nuova vita in cambio di un sorriso...
Grazie perché ora sono qua. Grazie perché ci sono e vivo, grazie perché mi sono rialzato. Grazie perché sto camminando e arrivando verso la mia felicità... Grazie per non avermi lasciato solo, grazie per avermi mostrato la strada, grazie per questa felicità che provo senza perché.
Grazie per avermi fatto capire nel tempo il senso della parola "amare". Grazie a chi c'è stato perchè mi ha dato la giusta forza di continuare, a chi c'è perchè mi dona la ragione di una vita e a chi ci sarà per gioire con me della stessa.

Che l'amore scenda sul male come pioggia e invada i cuori di chi non sa più amare.

Grazie.

giovedì 28 luglio 2011

Eh...già

eh già
sembrava la fine del mondo
ma sono ancora qua
ci vuole abilità
eh, già
il freddo quando arriva poi va via
il tempo di inventarsi un'altra diavoleria

eh, già
sembrava la fine del mondo
ma sono qua
e non c'è niente che non va
non c'è niente da cambiare

col cuore che batte più forte
la vita che va e non va
al diavolo non si vende
si regala

con l'anima che si pente
metà e metà
con l'aria, col sole
con la rabbia nel cuore
con l'odio, l'amore
in quattro parole
io sono ancora qua

eh, già
eh, già
io sono ancora qua

eh, già
ormai io sono vaccinato, sai
ci vuole fantasia
e allora che si fa?
eh, già
riprenditi la vita che vuoi tu
io resto sempre in bilico
più o meno, su per giù

più giù, più su
più giù, più su

più su, più giù
più su, più giù
più su, più giù
più su

col cuore che batte più forte
la vita che va e non va
con quello che non si prende
con quello che non si dà

poi l'anima che si arrende
alla malinconia
poi piango, poi rido
poi non mi decido
cosa succederà?

col cuore che batte più forte
la notte "adda passà"
al diavolo non si vende
io sono ancora qua

eh, già
eh, già
io sono ancora qua
eh, già
eh, già
io sono ancora qua
io sono ancora qua
eh, già
eh, già 

(Vasco Rossi)


giovedì 14 luglio 2011

Chiude la Irisbus di Flumeri, nell'avellinese, ed esplode la protesta



Il Napoli centrismo continua a sfregiare la verde Irpinia: 1000 operai è più, milioni di euro spesi solo nel 2011 per la ristrutturazione degli impianti, ed ora oltre alle migliaia di famiglie anche un intero indotto messo in ginocchio. Ormai  In Irpinia si esporta il lavoro e s'importa " Munnezza"..... questo il grido di chi si è incatenato già da qualche giorno ai cancelli dello stabilimento Irisbus di Flumeri. 
Questa azienda, costola del gruppo Fiat, da anni era un importante risorsa economica per tutta la valle Ufita e l’Irpinia. Ora invece vi è un’unica certezza: tutti stanno per perdere il lavoro! Tutti si chiedono di chi sia la colpa. Chi ha voluto investire tanto nella ristrutturazione e poi vendere. Tensione che sale fra vecchie e nuove generazioni di operai.
Entro il primo novembre Fiat lascia il settore bus in Italia. Il ramo d'azienda Iribus di Flumeri, in provincia di Avellino, passerà nelle mani del gruppo automobilistico di Isernia, Dr Motor Company. L'imprenditore italiano al quale fa capo l'azienda è Massimo Di Risio. Il costo dell'operazione è di 19 milioni. Un prezzo che la Fiat, che vende, riconoscerà all'acquirente, che a sua volta, rilevando lo stabilimento, si impegna a portare a termine il risanamento della società.
Allo stesso tempo, secondo quanto riportato nell'accordo preliminare, Irisbus «rimborserà a Italia spa tutti gli oneri e costi di qualsiasi natura connessi alla procedura di mobilità attinente i dipendenti».
Per il Lingotto i due stabilimenti europei che si trovano in Francia e Repubblica Ceca per ora sono sufficienti. In base all'accordo, Massimo Di Risio si impegnerà «a non cedere direttamente o indirettamente il controllo di Italia e/o il ramo d'azienda a operatori del settore "automotive" per un periodo di cinque anni dalla data della cessione». Insomma, il Lingotto ha deciso di cedere l'unica società italiana che produce autobus.
In tutto ciò chi doveva tutelare come sempre si è perso in inutili demagogie, pensieri qua e la sparsi fra indignazione e sgomento. Ma dove sono i Sindacati che tanto parlano di scioperi quando il lavoro c’è, dove sono i politici che fra una dichiarazione e l’altra vendono sogni di grandi investimenti. Perché oggi questa terra è messa in ginocchio? Perché la regione non tutela più questa gente? O esiste solo Napoli per la Campania? Che neanche ci sta rappresentando bene come immagine nel mondo? Si fanno domande così tanto per farle, ma la risposta potrebbe essere una sola, quella che parte dal popolo: la rivoluzione per la rivoluzione.
Come dice Antonio Pistarà “La rivoluzione nasce dallo sconvolgimento costante delle azioni incomprese” e questa credo proprio che lo sia. Che senso ha avuto spendere tanto per ristrutturare se poi bisognava chiudere? Evidentemente non li cacciava Marchionne! Ma come sempre il popolo italiano. E allora basta! Questa volta credo proprio che si sia arrivati alla fine, la gente vuole delle risposte concrete da chi può contribuire realmente al cambiamento del destino di una terra e condurre infine a un cambiamento nel destino di tutti.
Tratto da: 

sabato 25 giugno 2011

L'Aquilone


Non sono per le cose che finiscono
non compatisco quelle che non durano
non sono per le cose che ti lasciano
all‘ improvviso “solo”
non amo questo mondo che si muove
e che ogni giorno sembra anche migliore
non amo tutta questa frenesia
di cambiare

Lo sai che si potrebbe stare per dei mesi
appesi ad un aquilone
guardando il cielo che si muove
ed il sole che muore
lo sai che non succederebbe niente
se anche non si sapesse un accidente
di quello che succede "in qualche posto"
dall'altra parte del mondo o dell'universo
o dell'universo

Ci sono delle cose che succedono
ci sono tante cose che non tornano
ci sono delle cose che non "possono"
eppure "sono"
ci sono delle cose bellissime
che durano lo spazio di un secondo
e poi tutta la vita dura un secolo
..se sei fortunato!?

Lo sai che si potrebbe stare sempre
appesi a quell'aquilone
guardando il mondo che si muove
e la sera che muore
lo sai che si potrebbe fare senza
anche di tutta questa scienza
che ci fa stare così bene
e chi la ferma più questa "benedizione"

questa
questa
questa "Rivoluzione"

Lo sai che si potrebbe stare sempre
appesi a quell'aquilone
guardando il mondo che si muove
e la sera che muore
lo sai che si potrebbe fare senza
anche di tutta questa scienza
che ci fa stare così bene
e chi la ferma più questa benedizione

Questa
questa
questa Rivoluzione

Vado al massimo
vado in Messico
vado a gonfie vele

Vado al massimo
vado in Messico

Questa
questa
questa Rivoluzione

Questa
questa
questa Rivoluzione 

(Vasco Rossi)

mercoledì 15 giugno 2011

Vivere o Niente


Rivelerò
Cose che nessuno sa di me
E lo farò
Solo perché tu non sai com’è


Brividi
Sento quando guardo
I lividi
Che han lasciato segni dentro

Io non ho voglia più di fare finta che...
Che vada tutto bene solo perché “è”


Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male

Vivere o niente
In fondo poi nemmeno sai perché
Solo ti muovi
Dentro questo spazio tempo e...

Lividi
Vedi i tuoi ricordi
Brividi
Quando senti che sono già morti

Io non ho voglia più di fare finta che...
Che vada tutto bene solo perché “è”


Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male

Io non ho voglia più di fare finta che...
Che vada tutto bene solo perché “è”


Guardami
Io sono qui
E te lo voglio urlare
Io sto male 

(Vasco Rossi)