domenica 21 novembre 2010

Un altro giorno senza

E' difficile non rattristarsi per la perdita di una persona cara, pensando anche solo che per lui non c'è più sofferenza. Ma capisci, seppur in modo poco chiaro, che è il momento di stare invece vicini a quelli che restano, poiché sono coloro ai quali tocca portare il peso della perdita. Nel silenzio di un'ultima carezza, può essere donata l'intensa saggezza di una vita. Nel ricordo di antichi insegnamenti ognuno affronta la sua strada; non con paura vanno intraprese ora nuove vie, ma con la certezza d'esser guidati da un amore immortale: quello per la vita. Ma fa male capire che giorno dopo giorno sbiadiscono i momenti passati insieme e le loro voci diventano quasi come echi persi in lontananza, i loro comportamenti e il loro modo di fare... loro non ci sono più e non torneranno e a te non resta niente di più di una lacrima, del dolore della loro perdita che ha lascito aperta una ferita nel cuore.
Respira ogni istante, respira ogni ricordo, respira il suo viso. Ricorda ogni suo gesto, ricorda ogni sua frase. Solo così sarà per sempre. Solo così fluisce il tempo, scandito dalla mesta consapevolezza che sarà un altro giorno. Un altro giorno senza. Capiterà il sorriso forzato, patetico sforzo di mascherare la pena. Parvente allegria. Ma tu prega che questo ricordo cocente si trasformi in serena malinconia; lentamente raccolta nel tempo, accoccolata sul cuore.
Alla morte non c'è soluzione! La morte arriva all'improvviso, in qualsiasi momento della giornata, senza pietà, senza spiegazioni, portando via le persone a te care, spezzando vite, portandosi via non solo una persona, ma un pezzo del tuo cuore, ma anche di tutti quelli che erano vicini alla persona che è stata strappata duramente alla vita. Alla morte, purtroppo, non importa quanto tu soffra per la tua perdita, quante lacrime verserai nominando invano il nome del tuo caro che è andato via da questo mondo, non importa il dolore straziante che lacera il tuo cuore e se per te è ingiusto tutto questo. La morte è crudele! Vorrei che la morte avesse un volto, per poterla guardare in faccia, per poterle far vedere i miei occhi e fargli capire quanto odio provo per essa, per poterla accecare con l'odio e la sofferenza che mi ha provocato, per farle vedere la paura che provo pensando che potrà portarmi via altre persone care, altri amici, altre persone che amo con tutto me stesso in qualsiasi momento voglia. Ma vorrei guardarla in faccia anche per farle capire che può portarsi via le persone materialmente, ma non potrà mai cancellarle dal cuore. Dolci ricordi avvolgono l'anima e nel silenzio tutto mi parla, sfumata malinconia nel desiderio di un ultimo abbraccio.... Ciao Gennà.....

venerdì 19 novembre 2010

Comunicando

Il "tradire" è l'unica forma di linguaggio con la quale, gli esseri privi di intelligenza e pieni di complessi, riescono a comunicare. Non bisogna temerlo: Le ferite provocate da quest'arma impropria sono, infatti, lievi e passeggere. È buffo però come l'uomo abbia inventato milioni di vocaboli in centinaia di lingue diverse... ma ancora deve alzar la voce perché non riesce a comunicare! Bastano poche parole per comunicare, ma ci servono tante altre per capire. È la parola il modo per poter comunicare, dare, amare, dire che sei presente, consolare, aiutare a non sentirsi soli. È il modo per capirsi, cercarsi e spiegarsi, quando spendere una parola in più, è vedere quello che si può fare, dare anche una mano, in fondo. La parola è sorprendere, comprendere, compiacendo, anche fingere di ascoltare dietro i silenzi ci sono solitudini, vuoti da riempire. Nella vita che và di fretta, non si spende più tempo nell'ascoltare e nel parlare.
Mio Signore, dammi la forza di prendere le cose così per quello che sono. Di avere la lucidità e la  consapevolezza di guardarle e non solo vederle. Di usare la Ragione nell'analizzarle ma il Cuore nell'agire. Allontana da me la Rabbia e la Menzogna, proteggimi da me stesso e da quella parte così piccola che sono e che a volte occupa così tanto spazio di me. Dio Mio, proteggi la mia Fede anche quando io non so farlo. Anche quando mi spavento e per paura mi allontano. No, non Ti rinnego e non Ti incolpo... ma non c'è più vigliaccheria e disonore nell'ignorarti non sapendo come affrontarti? È difficile il cammino qui al buio. Difficile, pericoloso e irto di dolore. Difficile parlare, comunicare, arrivare agli altri. Difficile trovare qualcosa quando si arriva. Difficile non arrendersi all'inedia. Allo schifo. Alla paura, lasciandosi da lei congelare. Ho peccato Signore. Perché ho abbandonato la lotta. Ho sbagliato Signore, perché il dolore mi ha sopraffatto e non ho più saputo gioire. Lo rifarò Signore. Perché di nuovo mi sentirò solo ed abbandonato. Inutile ed inadeguato. Di nuovo dimenticherò che questi sono i momenti in cui invece, più che mai, Ti stai occupando di me. Ed ora mi vergogno di queste righe. Perché è così facile scriverle ora e non mi danno nessun onore. Però Ti ringrazio, Dio Mio. Ti ringrazio perché mi saprai perdonare. Mi amerai anche se non sono forte come dovrei. Anche se non sono forse un Angelo e non sarò mai un Santo. Anche se come dovrei o vorrei non Ti saprò servire. Però ci sono, Mio Signore. Tu non mi dimenticare. 
Parole, amate. pensate, che esprimono armonia, lamento, felicità di un'anima che sussurrando vuole parlare di sé. Il vento porta lontano le mie parole in luoghi inospitali, affollati, insoliti e si trasformano in un'eco e come un boomerang tornano a tormentare le mie notti insonni; mi turbano, mi trafiggono , mi ingannano. Parole che non mi riconoscono e non mi appartengono più, estranee, travisate, rabbiose, offensive, false, spregevoli. Silenzio... forse il vento si placherà! Silenzio... e l'ipocrisia trionferà! Parlare continuamente non significa comunicare. 

mercoledì 10 novembre 2010

sabato 6 novembre 2010

Oggi 2 Novembre


Oggi dove il silenzio dovrebbe regnare per onorare chi ci ha preceduto troviamo nero su bianco solo odio e disprezzo per qualcosa che non è. Le notizie di oggi più importanti riguardano minorenni succinte in balia dei potenti e prostituti in prima serata! Che strano paese l’Italia! Ci si dovrebbe preoccupare di risolvere i problemi ed invece ci si fida di chi dispensa soluzioni ‘orali’. L’Italia è il paese che dimentica presto l’emergenza rifiuti, le vittime di frane e inondazioni. L’Italia che dimentica il debito sanitario delle proprie regioni e che si accontenta della corsia piena come lo sfregio ingiurioso della Salerno - Regio Calabria. L’Italia che nel tendere la mano alla pace perde uomini in guerra.
Oggi 2 novembre tutti dovrebbero pensare a cosa è stato per essere così! Invece tutti pensano solo ed esclusivamente a far sfilare i propri altari, a comprare i fiori più belli e i lumini più grandi! Che strano paese L’Italia, che dimentica il silenzio patito per la libertà, quel silenzio dove nascono e muoiono emozioni. Eppure in tutto questo caos l’Italia divide il suo mondo in due, un po’ come nel film “Io speriamo che me la cavo”, da un lato i buoni e da un lato i cattivi. E noi? Noi siamo quelli che speriamo di cavarcela! Quelli che si alzano la mattina presto e vanno a lavorare sperando che il sole da solo possa riscaldare la giornata. Noi che guardiamo con affetto a chi ci tende la mano, noi che tutti i giorni combattiamo con la vita, quella reale però! Non quella raccontata in tv che parla di una crisi ormai passata, di rifiuti risolti in tre giorni e PIL in crescita. 
Un’Italia reale ed una virtuale dunque, fra sogni infranti e bugie. Che strano paese L’Italia, che non si ribella al virtuale pur di non provarci, per paura di perdere, che si abitua a tutto e non protesta, perché tanto è così! E chi ci ha lasciato e ha combattuto per Noi? Chi dà lustro oggi alla memoria di chi ha creduto in un mondo migliore lasciandosi morire fra le braccia di una patria in cui credeva!? Oggi 2 novembre non si parla d’altro che di altro, la memoria non interessa più a nessuno, il silenzio e la preghiera non è più importante ma sono un insano perder tempo da richiamare solo se necessario. Oggi tutti dimenticano il valore di quelle tombe senza nome distese a Cassino, tutti pensano che non sia affar loro. Tutti dimenticano che la vita ha mille mani ma una sola memoria. Tutti dimenticano che la vita ha mille occhi ma un solo giudizio. La vita ha mille figli ma un solo cuore. La vita non dimentica memoria e giudizio. 
Impariamo a rivivere oggi il viaggio con la memoria scoprendo intorno al fuoco un mondo vecchio come il cuore e giovane come il primo giorno di una vita migliore; e così impariamo ad apprezzare le cose dopo aver scoperto la loro provenienza. E apprezziamo chi per necessità parte per una guerra non sua e muore per una pace di nessuno, apprezziamo chi, tutti i giorni, cerca di fare il proprio dovere con una divisa e viene preso a scherno da chi lo vede come nemico e non come uomo e padre che non farebbe mai male ad un figlio che vorrebbe solo salvare. Impariamo ad apprezzare e a parlare di colui che fra cumuli di rifiuti tenta di differenziare e differenziarsi. Apprezziamo chi con un sorriso cerca di rendere meno amara la vita di una corsia ormai colma solo di speranza che tutto un giorno possa migliorare. Apprezziamo chi per strada tende la mano senza vergogna. Apprezziamo gli anziani che si abbracciano dando un senso ad una vita che oggi non dona loro più il rispetto di una volta. Apprezziamo i bambini che con la loro innocenza e disarmante sincerità ci fanno sperare ancora.
Oggi 2 novembre tutto cambia, tutto dovrebbe essere diverso, tutto resta uguale in quei viali di cipressi che con il loro eterno verde sembrano gli unici a dare onore a chi non ha fiori, lumini ne altari ma solo un ricordo. Sono gli unici a dare onore alle nostre morti bianche. Oggi le notizie sono altre, ma non quelle giuste; oggi come canta De Gregori “Viva L’Italia”!