mercoledì 14 dicembre 2011

Have a good trip...



C'è ancora tempo spero per un testamento ma non è mai troppo presto per pensarci. Il pensiero di raggiungere chi mi ha preceduto non mi tormenta ma il pensiero di voi, il dolore di lasciarci, quello si. Vorrei lasciarvi tutto quello che ho perchè tutto quello che ho siete voi.
Vi lascio un sorriso perchè vi ricordiate sempre che nonostante la vita possa riservarci delle brutte sorprese è sempre un buon momento per sorridere, non costa nulla e rende in serenità la gioia che si dona.
Vi lascio l'amicizia, che sacra, vi conforterà nei momenti peggiori, come una mano tesa dopo una caduta vi rialzerà senza chiedervi nulla in cambio.
Vi lascio la famiglia, cui troppo spesso non pensiamo, perchè vi ricordiate sempre di passare un po di tempo con chi vi ha cresciuto e non ha mai chiesto nulla se non dato.
Vi lascio la carezza di un bambino, per ricordarvi che l'innocenza e la bellezza di gioire per le piccole cose rende più ricchi e speciali.
Vi lascio i ricordi, che sempre vi aiuteranno a capire da dove venite e dove state andando.
Vi lascio il futuro, per ricordarvi che la vera libertà sta nelle scelte e non nelle possibilità che il nostro destino ci offre.
Vi lascio il mare, per ricordarvi che se anche al di sopra di esso vi può essere una forte tempesta, nel suo cuore è calmo, silenzioso e tranquillo.
Vi lascio la luce dell'alba e la bellezza del tramonto affinché voi non abbiate mai paura delle notti buie.
Vi lascio il calore del sole affinché renda l'inverno meno freddo e la speranza più viva e calda.
Vi lascio un abbraccio, per ricordarvi che molte volte vale più di mille parole sentire qualcuno vicino.
Vi lascio il vento, per ricordarvi che le nuvole prima o poi vanno via e che non bisogna mai perdersi d'animo perchè prima o poi i raggi del sole si riposeranno su di voi.
Vi lascio gli sguardi, che sempre ci accompagnano nella vita, per ricordarvi che l'importanza dell'osservare è di gran lunga superiore di quella del guardare.... affinché la vostra attenzione non sia fugace e senza curiosità.
Vi lascio gli alberi, per ricordarvi che nonostante siano sempre battuti dal vento non vi è stagione che non li veda risorgere, non vi è primavera che non rivede i suoi fiori.
Vi lascio la pazienza da usare sempre e con tutti affinché possa ritornare con un grazie e riempirvi il cuore di gioia.
Vi lascio la saggezza e la bontà degli anziani, affinché siate sempre modesti, e affinché ricordiate che è importante il rispetto se volete che in amore vi ritorni.
Vi lascio l'odore delle caldarroste e il sapore del buon vino perchè non dimentichiate che a volte basta davvero poco per stare insieme intorno ad un camino.
Vi lascio la fede a prescindere dal Dio che si prega, fate che la preghiera riempia almeno un momento della vostra giornata.
Vi lascio le stagioni per ricordarvi che dopo il peggiore degli inverni c'è sempre una primavera a compiere di nuovo il miracolo della vita.
Vi lascio l'amore affinché possa riempire sempre il vostro cuore, affinché vi emozioni per tutta la vita rendendovi schiavi solo della felicità.
VI lascio le lunghe passeggiate per ricordarvi che a volte fa bene lasciarsi andare per sentieri mai battuti.
Vi lascio i Nonni e i Genitori per ricordarvi che per quanto possa essere lunga una vita non sarà mai buona vita senza i loro insegnamenti.
Vi lascio i figli e i nipoti per ricordavi che da voi non si aspettano solo grandi insegnamenti, vogliono essere semplicemente anche ascoltati.
Vi lascio l'arcobaleno per ricordarvi che i colori della vita nascono anche e soprattutto dopo una tempesta.
Vi lascio una candela accesa, affinché vi faccia compagnia mentre fuori nevica.
Vi lascio i sorrisi delle cene fra amici e la complicità dell'infanzia che riaffiora ogni volta.
Vi lascio il mio cuore affinché possiate usarlo quando uno non vi basta più e volete amare oltre l'infinito
Vi lascio lo scorrere del tempo, per aiutarvi a oltrepassarlo senza avere rimpianti.
Vi lascio la magia di un lago e la sua nebbia d'inverno affinché possa abbracciarvi e farvi sentire più sicuri nonostante tutto.
Vi lascio una barca in mezzo al mare per farvi riscoprire quanto è importante per la nostra coscienza il silenzio e la quiete.
Vi lascio il mondo, sappiatelo tenere e mantenere, infondo siamo solo suoi ospiti.
Vi lascio una foto affinché vi ricordiate che è sempre un buon momento per creare un ricordo.
Vi lascio le donne, per ricordarvi di imparare costantemente dalla loro sensibilità quanto può essere magica la vita.
Vi lascio la melodia di un pianoforte, che vi accompagni quando avrete voglia di toccare il cielo con un dito.
Vi lascio la fedeltà degli animali, per ricordarvi che nonostante tutto si può amare senza chiedere nulla in cambio.
Vi lascio la magia del Natale, affinché vi possa regalare un miracolo.
Vi lascio la solitudine perchè ricordiate sempre quanto possa essere difficile avere il vuoto nel cuore e sopravvivere a se stessi.
Vi lascio le delusioni, affinché impariate che ci sarà sempre qualcuno pronto a tradire la vostra fiducia, e che l'importante è non aver paura di continuare ad averne, infondo non costa nulla.
Vi lascio l'emozione di un bacio, per ricordarci che è sempre un buon momento per far sentire speciale una persona.
Vi Lascio i gabbiani in volo affinché catturino il vostro sguardo, e pensiate a me e alla luce che nel vostro cuore non si è mai spenta.
Vi lascio i prati fioriti, e le corse di due innamorati, gli abbracci fra le margherite cullate dal vento affinché ricordiate che davvero esiste la felicità!
Vi lascio il piacere del vento quando si va in moto, quell'adrenalina che si prova trattenendo il respiro in piena curva, affinché vi ricordiate che l'importante è aver dato il massimo non arrivare primi.
Vi lascio l'ospitalità e la carità, per ricordarvi che basta davvero poco per riempire la solitudine di qualcun'altro e rendere leggero il cuore.
Vi lascio la parola affinché ricordiate che non potrà essere mai sostituita da alcuna guerra.
Vi lascio la pietà perchè la usiate contro chi vi ha fatto del male e ricordiate sempre che in fondo altro non meritano.
Vi lascio l'onesta e la sincerità che rendono gli uomini ricchi di un tesoro inestimabile, l'amicizia.
Vi lascio le stelle e la luna affinché come una coperta vi riscaldino quando siete in riva al mare ad ascoltare il silenzio delle onde del mare.
Cari Fratelli, Care Sorelle, vi lascio il testamento di un genio sordo della musica, leggetelo affinché non dimentichiate mai che infondo nessuno merita di essere infelice, triste, incompreso, povero dentro e fuori, nessuno merita la cattiveria e l'invidia, nessuno merita di sopravvivere a se stesso, nessuno merita l'infamia di essere giudicato, nessuno merita di non vivere, nessuno non merita un sorriso:
"O voi uomini che mi credete ostile, scontroso, misantropo o che mi fate passare per tale, come siete ingiusti con me, non sapete la causa segreta di ciò che è soltanto un'apparenza, il mio cuore e la mia mente erano sin dall'infanzia inclini al tenero sentimento della benevolenza, e avrei anche sempre voluto compiere grandi azioni, ma pensate solo che da sei anni sono colpito da un male inguaribile, reso più grave da medici insensati che mi hanno ingannato anno dopo anno facendomi sperare in un miglioramento illusorio, con la prospettiva finale di una menomazione permanente (la cui guarigione durerà magari anni se non è addirittura impossibile). Nato con un temperamento ardente e vivace, persino aperto alle distrazioni della vita sociale, ho dovuto presto isolarmi, vivere in solitudine, ogni tanto ho ben cercato di superare tutto ciò, ma l'esperienza doppiamente mortificante del mio cattivo udito mi ha duramente richiamato alla realtà, come avrei infatti potuto dire agli uomini: parlate più forte, gridate, perché sono sordo, come poter confessare la debolezza di un senso che dovrei possedere molto più degli altri, un senso che un tempo possedevo in realtà al più alto grado di perfezione, come pochi altri del mio mestiere possiedono o hanno mai posseduto - no, non lo posso fare, perdonatemi quindi se mi vedrete stare in disparte là dove invece mi mescolerei così volentieri con voi, la mia disgrazia mi fa doppiamente male perché vengo inoltre malgiudicato, per me il piacere di stare in mezzo alla gente, di partecipare a conversazioni intelligenti, a proficui scambi di vedute, non esiste, e quando è veramente indispensabile avere a che fare con la società, devo restare quasi completamente solo, vivere come un esiliato, se mi avvicino a qualcuno, sono subito terrorizzato al pensiero che possa in qualche modo accorgersi della mia condizione - così è stato negli ultimi sei mesi che ho trascorso in campagna seguendo il consiglio del mio bravo medico di affaticare i miei orecchi il meno possibile, egli veniva così incontro alle mie attuali inclinazioni, anche se di tanto in tanto mi sono lasciato sviare dal mio istinto socievole, ma che umiliazione quando qualcuno accanto a me udiva di lontano il suono di un flauto e io nulla o qualcuno udiva un pastore cantare e io sempre nulla, questi fatti mi portavano al limite della disperazione e poco ci mancò che non mi togliessi la vita solo l'arte mi ha trattenuto dal farlo; mi è parso impossibile lasciare questo mondo prima di avere pienamente realizzato ciò di cui mi sentivo capace, così ho prolungato questa vita miserabile -veramente miserabile, un corpo così sensibile che qualsiasi cambiamento un po' brusco può trasformare il mio stato di salute da ottimo a pessimo - pazienza -proprio così, devo sceglierla come guida, così ho fatto, spero che questa mia risoluzione resista finché le inesorabili parche vorranno spezzare il filo, forse andrà meglio, forse no, sono preparato - a ventott'anni essere costretto a diventare filosofo non è facile, per un artista è ancora più duro che per qualsiasi altro uomo.
Divinità tu vedi dall'alto il fondo della mia anima, sai che amo gli uomini e desidero fare il bene, o uomini, se mai un giorno leggerete questo scritto, pensate al torto che mi avete fatto, e l'infelice si consoli di aver trovato qualcuno simile a lui, qualcuno che, malgrado tutti gli ostacoli della natura, ha fatto tutto il possibile per essere ammesso nella schiera degli artisti e uomini di valore - voi, miei fratelli, non appena sarò morto e se il Professor Schmid sarà ancora in vita, pregatelo a mio nome di descrivere la mia malattia, e aggiungete a questa storia della mia malattia il presente scritto, in modo che almeno il mondo possa quanto più riconciliarsi con me contemporaneamente vi dichiaro eredi del mio piccolo patrimonio (se così lo si può definire), dividetevelo onestamente e sopportatevi e aiutatevi l'un l'altro, ciò che avete fatto contro di me, lo sapete, ve l'ho già da molto tempo perdonato; a te mio fratello, un grazie particolare per l'attaccamento che mi hai dimostrato in questi ultimi tempi; vi auguro una vita migliore e meno carica di affanni della mia, raccomandate ai vostri figli la virtù, essa sola può rendere felici, non il denaro, lo dico per esperienza; essa mi ha recato sollievo nella sofferenza, a lei, oltre che alla mia arte, debbo se non mi sono tolta la vita- addio e vogliatevi bene-; ringrazio tutti gli amici, - gli strumenti del principe L. desidero che siano possibilmente conservati da uno di voi, beninteso senza che per questo vi disputiate; se peraltro potessero servirvi per altri scopi, vendeteli pure; sarei molto felice di potervi essere utile anche nella tomba - così fosse - con gioia vado incontro alla morte - ma se essa mi coglierà prima che abbia avuto occasione di sviluppare interamente i miei talenti artistici, sarebbe per me, malgrado il mio duro destino, troppo presto e vorrei che venisse più tardi - e tuttavia sarei contento lo stesso, non meriterebbe forse da uno stato di infinita sofferenza? - Vieni quando vuoi, ti vado intrepidamente incontro - addio, non dimenticatemi completamente quando sarò morto, me lo sono meritato perché nella mia vita ho spesso pensato di rendervi felici, siatelo.

Heiglnstadt, 6 ottobre 1802
Ludwig van Beethowen

Per i miei fratelli  
Da leggersi ed eseguirsi dopo la mia morte -

-Heiglnstadt, 10 ottobre 1802 - prendo così congedo da te - e con quanta tristezza - da te amata speranza - con la quale sono qui venuto, nella prospettiva di una almeno parziale guarigione, ora mi deve abbandonare completamente, come cadono appassite le foglie d'autunno, così anch'essa si è per me disseccata, me ne vado - quasi nello stato in cui ero al mio arrivo - persino il coraggio superbo - che spesso mi sosteneva nelle belle giornate estive - è svanito - o Provvidenza, concedimi una volta un puro giorno di gioia - è da tanto tempo che la mia anima non ode più l'intima eco della vera gioia - o quando, o Divinità - quando proverò di nuovo la gioia nel tempio della natura e degli uomini - Mai? - no - oh, sarebbe troppo duro."