venerdì 19 novembre 2010

Comunicando

Il "tradire" è l'unica forma di linguaggio con la quale, gli esseri privi di intelligenza e pieni di complessi, riescono a comunicare. Non bisogna temerlo: Le ferite provocate da quest'arma impropria sono, infatti, lievi e passeggere. È buffo però come l'uomo abbia inventato milioni di vocaboli in centinaia di lingue diverse... ma ancora deve alzar la voce perché non riesce a comunicare! Bastano poche parole per comunicare, ma ci servono tante altre per capire. È la parola il modo per poter comunicare, dare, amare, dire che sei presente, consolare, aiutare a non sentirsi soli. È il modo per capirsi, cercarsi e spiegarsi, quando spendere una parola in più, è vedere quello che si può fare, dare anche una mano, in fondo. La parola è sorprendere, comprendere, compiacendo, anche fingere di ascoltare dietro i silenzi ci sono solitudini, vuoti da riempire. Nella vita che và di fretta, non si spende più tempo nell'ascoltare e nel parlare.
Mio Signore, dammi la forza di prendere le cose così per quello che sono. Di avere la lucidità e la  consapevolezza di guardarle e non solo vederle. Di usare la Ragione nell'analizzarle ma il Cuore nell'agire. Allontana da me la Rabbia e la Menzogna, proteggimi da me stesso e da quella parte così piccola che sono e che a volte occupa così tanto spazio di me. Dio Mio, proteggi la mia Fede anche quando io non so farlo. Anche quando mi spavento e per paura mi allontano. No, non Ti rinnego e non Ti incolpo... ma non c'è più vigliaccheria e disonore nell'ignorarti non sapendo come affrontarti? È difficile il cammino qui al buio. Difficile, pericoloso e irto di dolore. Difficile parlare, comunicare, arrivare agli altri. Difficile trovare qualcosa quando si arriva. Difficile non arrendersi all'inedia. Allo schifo. Alla paura, lasciandosi da lei congelare. Ho peccato Signore. Perché ho abbandonato la lotta. Ho sbagliato Signore, perché il dolore mi ha sopraffatto e non ho più saputo gioire. Lo rifarò Signore. Perché di nuovo mi sentirò solo ed abbandonato. Inutile ed inadeguato. Di nuovo dimenticherò che questi sono i momenti in cui invece, più che mai, Ti stai occupando di me. Ed ora mi vergogno di queste righe. Perché è così facile scriverle ora e non mi danno nessun onore. Però Ti ringrazio, Dio Mio. Ti ringrazio perché mi saprai perdonare. Mi amerai anche se non sono forte come dovrei. Anche se non sono forse un Angelo e non sarò mai un Santo. Anche se come dovrei o vorrei non Ti saprò servire. Però ci sono, Mio Signore. Tu non mi dimenticare. 
Parole, amate. pensate, che esprimono armonia, lamento, felicità di un'anima che sussurrando vuole parlare di sé. Il vento porta lontano le mie parole in luoghi inospitali, affollati, insoliti e si trasformano in un'eco e come un boomerang tornano a tormentare le mie notti insonni; mi turbano, mi trafiggono , mi ingannano. Parole che non mi riconoscono e non mi appartengono più, estranee, travisate, rabbiose, offensive, false, spregevoli. Silenzio... forse il vento si placherà! Silenzio... e l'ipocrisia trionferà! Parlare continuamente non significa comunicare. 

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